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Mafia: 'Palermo chiama Italia', 40mila studenti ricordano strage Capaci

23 maggio 2015 | 08.04
LETTURA: 8 minuti

Il presidente della Repubblica all'aula bunker di Palermo /Video. Nelle piazze 40mila studenti, anche un centinaio di ragazzi provenienti da Europa e Stati Uniti. Ed è ‘gara’ di selfie con l’hashtag #PalermoChiamaItalia. Renzi su Twitter: "Io non dimentico" (Foto) . Alfano pranza con i poliziotti alla caserma Lungaro

(Infophoto) - INFOPHOTO
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"Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro #ionondimentico". Così su twitter il premier Matteo Renzi nel 23mo anniversario della strage di Capaci.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato all'aula bunker di Palermo per il 23esimo anniversario della strage di Capaci. ( VIDEO ). Il capo dello Stato è stato accolto dall'applauso degli studenti e dal coro "Presidente, presidente". Ad attenderlo il presidente della Regione Rosario Crocetta, la sorella del giudice Giovanni Falcone, Maria, e il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone. (FOTO)

"Siamo qui, a Palermo, per fare memoria di un evento tragico, che ha segnato la recente storia italiana, registrando una profonda ferita allo Stato" ha detto il Presidente della Repubblica. "Le immagini dell’attentato di Capaci -ha aggiunto- resteranno per sempre impresse nei nostri occhi, come nel primo momento, così come quelle, altrettanto sconvolgenti, di via D’Amelio. I nomi, i volti, gli esempi di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino - dei quali serbo un intenso ricordo personale - sono indissolubilmente legati dal comune impegno e dai valori che, insieme, hanno testimoniato e dalla coraggiosa battaglia, per la legalità e la democrazia, che hanno combattuto, affidando a tutti noi il compito di proseguirla".

"Noi siamo qui, anzitutto, per dire che la mafia può essere sconfitta. Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l’ umana convivenza. E perché l’azione predatoria delle varie mafie ostacola lo sviluppo, impoverisce i territori, costituisce una zavorra non solo per il Sud ma per tutta l’Italia" ha aggiunto Mattarella. "La memoria di Falcone e di Borsellino -ha affermato- è tutt’uno con questo impegno e con questa speranza. Impegno da affrontare insieme, con spirito di solidarietà e con un rigore, nei comportamenti, da applicare anzitutto a noi stessi".

"Sconfiggere per sempre le mafie è un’impresa alla nostra portata, ma, per raggiungere questo traguardo, è necessario un salto in avanti che dobbiamo compiere come collettività. Giovanni Falcone aveva chiaro in mente che un salto di qualità era necessario" ha sottolineato il capo dello Stato. "Falcone -ha ricordato- divenne bersaglio della mafia perché aveva capito che per combatterla occorreva qualcosa di più che essere un onesto e bravo magistrato. Occorrevano un metodo e una professionalità particolari. Occorreva conoscere i complessi meccanismi dell’organizzazione, le sue dinamiche interne e, dunque, la pseudocultura che la lega, attraverso varie forme di connivenza, al proprio entroterra". "Da magistrato -ha sottolineato il Capo dello Stato- sapeva bene che la repressione penale era indispensabile, e che anzi doveva essere molto più efficace, e sempre più adeguata, per riaffermare il primato dello Stato: nella partita tra Stato e anti-Stato va sempre messo in chiaro che lo Stato alla fine deve vincere. Senza eccezioni".

"Due giorni addietro il Parlamento ha approvato una legge per contrastare con più efficacia la corruzione. Non spetta al Presidente della Repubblica valutarne il merito. Osservo che, anche da parte di coloro che sollecitano misure ulteriori, si riconosce il passo avanti compiuto" sottolinea il capo dello Stato. Mattarella aveva premesso che senza sviluppo, senza fiducia, il rischio delle mafie sarebbe destinato a crescere" e "per compiere questo salto molto dipende dalle politiche pubbliche, comprese quelle europee - considerato che i fenomeni criminali più gravi superano agevolmente i confini nazionali - ma molto dipende anche dalla società. Dalle forze che risulteranno trainanti. Dai valori che prevarranno. Molto dipenderà dall’affermazione della legalità. In tutti gli ambiti della vita sociale". E in questo contesto, la legge approvata dal Parlamento è stata un passo in avanti.

Grasso: "La mafia stragista non esiste più" - "Oggi la mafia dei tempi di Falcone, quella stragista, quella terrorista non c'è più. L'abbiamo destrutturata. C'è un fenomeno criminale minore, che cerca di infiltrarsi nell'economia legale ed è quello che dobbiamo combattere ed è più difficile, perché nascosta" ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso arrivando all'aula bunker di Palermo per il 23esimo anniversario della strage di Capaci. "Giovanni Falcone si aspetta, come sarà, che tutte le istituzioni che oggi vengono qui siano pronte a continuare la sua lotta insieme ai magistrati, forze di polizia e giovani" ha aggiunto.

- "L’uomo, il collega, il maestro, l’amico. Giovanni sei stato molte cose per me. Un magistrato abilissimo, un fuoriclasse, avevi una tenacia proverbiale: ad ogni sconfitta rispondevi con coraggio e orgoglio, rialzandoti sempre". Così su Facebook il presidente del Senato Pietro Grasso ricorda Giovanni Falcone.

L’uomo, il collega, il maestro, l’amico. Giovanni sei stato molte cose per me. Un magistrato abilissimo, un fuoriclasse,...

Posted by Pietro Grasso on Venerdì 22 maggio 2015

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ricorda su Twitter le parole del giudice Giovanni Falcone.

Alfano oggi è arrivato sul luogo della strage di Capaci dove ha deposto una corona di fiori sulla stele realizzata per ricordare Giovanni Falcone, la moglie e i tre agenti di scorta. Subito dopo la deposizione della corona è stato osservato un minuto di silenzio. Presenti anche il Capo della polizia, Prefetto Alessandro Pansa e altre autorità.

"Con il ddl anticorruzione abbiamo raggiunto un importante obiettivo adesso il nostro nuovo obiettivo è il rafforzamento della confisca dei beni patrimoniali della mafia e una maggiore tutela delle vittime e dei parenti delle vittime" ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando nel suo intervento nell'aula bunker di Palermo. Il ministro ha anche sottolineato che in Italia "non mancano le ragioni di scontro" ma sarebbe bene "evitare di fare della lotta alla mafia un terreno di polemica e strumentalizzazione". "Nessuna legge - ha concluso Orlando - farà mai quanto possono fare tutti quelli che nel Paese fanno parlare di mafia. Ed è per questo che il lavoro della Fondazione Falcone vale quanto una buona legge".

Tutto il Paese oggi si ferma per ricordare le stragi di Capaci e Via D’Amelio.

A Palermo sono arrivati oltre 40.000 studenti da tutta Italia, e un centinaio di ragazzi provenienti da Europa e Stati Uniti. “Palermo chiama Italia” è il titolo della manifestazione organizzata dalla Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’, in collaborazione con la Direzione Generale per lo Studente del ministero dell’Istruzione, in occasione del 23mo anniversario della morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’iniziativa quest’anno si estende a tutto il Paese. Non si svolge solo a Palermo, ma anche in diverse piazze italiane in cui cittadini e studenti testimoniano il loro impegno per la legalità.

Per poter soddisfare la richiesta di partecipazione che ogni anno arriva da centinaia di scuole, il Miur e la Fondazione Falcone, grazie alla collaborazione con la Rai, hanno infatti deciso di collegare il capoluogo siciliano con sei piazze di altrettante città (Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Rosarno, Corleone), unendo tutto il Paese nel ricordo di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, del giudice Francesca Morvillo, moglie di Falcone, e degli uomini delle loro scorte Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano.

Alle piazze reali si uniranno quelle virtuali, attraverso i profili @MiurSocial e @23maggioitalia. Su Twitter è già partita una ‘gara’ di selfie di chi vuole dire no alla mafia aderendo alla manifestazione di domani attraverso l’hashtag #PalermoChiamaItalia.

Giannini, piazze legalità uniscono nord e sud - "Penso che la formula che abbiamo scelto quest'anno delle piazze della legalità sia un modo per collegare l'Italia da nord a sud mettendo in rete oggi 40mila ragazzi, ma è un numero destinato a crescere. Penso che questa scelta sia una risposta molto bella non solo per il recupero della memoria ma anche per diffondere la cultura della legalità" ha commentato il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini arrivando all'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.

“In questo ventitreesimo anniversario delle stragi, che hanno segnato una pagina tristemente indelebile nel nostro Paese, è giunto a compimento l’obiettivo che ci eravamo posti da qualche tempo. L’obiettivo di fare “rete”, di portare testimonianza di una cittadinanza attiva e unita contro il sopruso e l’illegalità in tutte le piazze d’Italia – sottolinea Maria Falcone, Presidente della Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’ - Abbiamo cominciato con sei città, ma non ci fermeremo. Sono tali e tante le richieste da parte delle scuole italiane di partecipare ai nostri Protocolli di educazione alla legalità da farci ormai considerare il 23 maggio una giornata nazionale, un manifesto trasversale che unisce l’Italia nella lotta civile e culturale per la legalità. I tempi sono maturi. Palermo chiama Italia”.

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