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Sciopero

Fiumicino, protesta dei lavoratori Terminal 3: salute a rischio

27 maggio 2015 | 19.43
LETTURA: 4 minuti

Con mascherine in bella vista minacciano sciopero a oltranza dopo rogo del 6 maggio scorso (Video)

La protesta a Fiumicino (Adnkronos)
La protesta a Fiumicino (Adnkronos)

Blitz dei dipendenti del Terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino. Muniti di mascherine, decine di lavoratori si sono fermati nell'androne, dove transitano i passeggeri annunciando uno sciopero a oltranza. Gli addetti di scalo, controllo e sicurezza che puntano il dito contro la riapertura del Terminal, dopo l'incendio che lo ha colpito il 6 maggio scorso (Video). I lavoratori, con le mascherine in bella vista, chiedono di tutelare la salute di dipendenti e utenti. "Dal giorno del rogo -spiega all'AdnKronos Marco Bottiglieri, tra i manifestanti- decine e decine di lavoratori hanno avuto disturbi tali da dover ricorrere al Pronto Soccorso. Per ammissione degli stessi aeroporti di Roma, si tratta di 220 dipendenti registrati in assistenza sanitaria fino alla giornata di ieri. Per loro problemi alle vie respiratorie, faringiti, vomito, nausea e problemi cutanei. Noi esigiamo che la nostra salute e quella degli utenti venga tutelata, per questo annunciamo sciopero a oltranza fino a quando il Terminal non verrà chiuso".

Protesta dopo sequestro Molo D - La manifestazione dei dipendenti del Terminal 3 arriva a poche ore dal sequestro del Molo D. E' "un atto dovuto e un primo risultato della mobilitazione messa in piedi per la tutela della salute degli operatori aeroportuali" valutano Usb Lavoro Privato e Cub Trasporti . In una nota il procuratore della Repubblica di Civitavecchia, Gianfranco Amendola precisa che "è totalmente infondata la notizia di stampa secondo cui il sequestro preventivo del molo D del terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino sarebbe stato determinato da una presenza di diossina 10 volte superiore ai limiti di legge".

Tra gli indagati anche amministratore delegato di Adr - Violazione della normativa sulla sicurezza del lavoro è l'accusa che la Procura della Repubblica di Civitavecchia ipotizza per Lorenzo Lo Presti, amministratore delegato di Aeroporti di Roma. Lo Presti è uno degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'incendio che ha devastato il Terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino. L'ipotesi di reato è conseguente al fatto che dopo l'incendio gli operai hanno continuato a lavorare nell'area devastata e ampia un migliaio di metri quadrati. Nei giorni scorsi 150 lavoratori avevano lamentato problemi di respirazione e altro proprio avendo lavorato in quel settore. Il nome di Lo Presti compare anche nel decreto di sequestro del Molo D dello scalo romano.

Sopralluogo della Commissione d'inchiesta del Senato - Giovedì prossimo 4 giugno, alle 12,30, una delegazione della Commissione d'Inchiesta sugli Infortuni sul Lavoro del Senato, guidata dalla presidente Camilla Fabbri (Pd), effettuerà un sopralluogo al terminal T3 di Fiumicino, dove si è sviluppato l'incendio che il 7 maggio ha gravemente danneggiato l'impianto. Dopo l'audizione del 19 maggio in Commissione dei manager di Aeroporti di Roma, Fabbri ha annunciato l'apertura di un fascicolo d'inchiesta per chiarire le cause del rogo e verificare le condizioni di lavoro per le persone che operano all'interno dello scalo. ''Le spiegazioni finora fornite da AdR - dichiara la senatrice Camilla Fabbri - non sono soddisfacenti. Grazie ai poteri attribuiti alla Commissione d'inchiesta il Senato potrà, in parallelo al lavoro della magistratura, dare nei tempi più rapidi possibili un proprio contributo a un'indagine i cui risultati sono molto importanti per i lavoratori di Fiumicino e per la tutela della loro salute, considerando inoltre i rilevanti danni economici, prodotti dall'incendio senza che le cause siano chiare''.

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