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Farmaci: neurologi, uniformare accesso a innovativi per sclerosi multipla

29 maggio 2015 | 18.20
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Un'esigenza ribadita dagli esperti riuniti per un seminario a Baveno. "Attualmente l'accesso varia da una regione all'altra", a seconda che "siano Regioni 'virtuose' o meno", spiega Carlo Pozzilli, Centro sclerosi multipla dell'università Sapienza-ospedale Sant'Andrea di Roma

Farmaci: neurologi, uniformare accesso a innovativi per sclerosi multipla

Uniformare l'accesso alle terapie innovative contro la sclerosi multipla in Italia: un'esigenza ribadita dagli esperti riuniti per un seminario in corso a Baveno (Verbano-Cusio-Ossola). "Attualmente l'accesso varia da una regione all'altra", a seconda che "siano Regioni 'virtuose' o meno", spiega Carlo Pozzilli, Centro sclerosi multipla dell'università Sapienza-ospedale Sant'Andrea di Roma. "Bisogna quindi intensificare gli sforzi per assicurare a tutti i pazienti italiani la possibilità di accedere ugualmente ai medicinali, per essere curati tutti all'ospedale stesso modo", aggiunge lo specialista.

Durante la 'tre giorni' promossa da Genzyme (gruppo Sanofi), i riflettori vengono puntati anche sulle opportunità di trattamento che si aprono grazie ai nuovi farmaci, tra i quali l'anticorpo monoclonale alemtuzumab. Una terapia da considerare "non solo quando la malattia è nel suo stadio più aggressivo", afferma Paolo Gallo, Centro sclerosi multipla dell'Aou di Padova, convinto che si debba "iniziare questo trattamento prima - spiega - in modo da inserire questo farmaco in un panorama terapeutico diverso, che consente una maggiore facilità di cura".

Cura che necessita anche di un buon dialogo tra medico e assistito: "La comunicazione è la base di una buona terapia - avverte Francesco Patti, Dipartimento di scienze neurologiche dell'università di Catania - Senza di essa il paziente non avrebbe né le informazioni necessarie né gli strumenti per affrontare il periodo di cura". Ancora più delicato quando riguarda le donne che decidono di affrontare una gravidanza: "In questi casi - precisa Emilio Portaccio, Clinica neurologica dell'università di Firenze - bisogna concordare con il neurologo i tempi di cura per venire incontro al desiderio di maternità delle pazienti. Sospendere le cure prima o dopo la gravidanza diventa fondamentale - avverte - perché la scelta errata dei tempi potrebbe portare a un ritorno della malattia in modo più aggressivo e grave. Occorre quindi una pianificazione ottimale dei tempi sia per la gravidanza che per l'allattamento".

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