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Scuola: musica e teatro per formare adulti più consapevoli

04 giugno 2015 | 16.46
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Oltre 100 istituti lombardi coinvolti nel progetto 'Laiv action' di Fondazione Cariplo

Foto dal sito www.progettolaiv.it
Foto dal sito www.progettolaiv.it

Musica, teatro e letteratura animano 'Laiv Action', il progetto promosso da Fondazione Cariplo che coinvolge oltre 5mila tra studenti, docenti e operatori di arti sceniche provenienti da 120 scuole della Lombardia, per il Festival dei laboratori di arti interpretative dal vivo, in corso al teatro Elfo Puccini di Milano. "Per otto giornate – spiega Chiara Bartolozzi, responsabile del progetto Laiv per Fondazione Cariplo - 120 scuole presentano gli esiti dei laboratori di musica, teatro e teatro musicale che hanno realizzato durante l’anno scolastico". Tutto questo accade "all’interno di un programma sostenuto da Fondazione Cariplo dal 2006, con il quale ben 240 istituti scolastici del territorio, in totale, hanno integrato nei loro programmi attività legate alle arti dal vivo".

Il progetto "dà ai giovani l'opportunità di sviluppare competenze per affrontare la vita e il mondo del lavoro". E da quest’anno punta anche a promuovere il loro senso di iniziativa e di imprenditorialità: "Da tempo – aggiunge Bartolozzi - la Fondazione Cariplo ritiene che la musica e il teatro debbano fare parte integrante dei programmi scolastici, aiutando i ragazzi a realizzare competenze di tipo performativo". Nel loro percorso, gli studenti, "che, essendo alle superiori, sono in una età molto delicata e importante", vengono condotti da operatori del settore, i quali "oltre ai linguaggi della musica e del teatro, hanno una conoscenza molto precisa dei processi educativi, contribuendo in modo importante alla formazione complessiva della persona".

Quest’anno il programma è stato arricchito dalla sezione 'Project Work', che dà la possibilità ai giovani di ideare progetti rivolti al territorio, di carattere sociale o imprenditoriale: "Project Work - sottolinea Bartolozzi - preme ancora di più l’acceleratore su questi due aspetti. I ragazzi vengono invitati a progettare le loro iniziative in totale autonomia, con il sostegno dei loro docenti e dei loro operatori". In tal modo, "oltre ad essere totalmente protagonisti del loro lavoro, sono chiamati a prendere consapevolezza dei bisogni e delle opportunità offerte dal territorio, andando poi a creare un qualcosa che potrà generare risorse da riutilizzare a sostegno del laboratorio stesso".

Diversi, nel corso delle otto edizioni, i casi sfociati in esperienze di successo: "In alcune scuole - afferma Bartolozzi - i laboratori musicali si sono trasformati in vere e proprie orchestre d’istituto che sono diventate parte integrante dell’identità della scuola", oltre al fatto "più volte ci è stato riferito che i ragazzi hanno scelto un determinato istituto sapendo che all'interno di svolgevano proprio questi laboratori".

Tutto questo "invoglia i ragazzi a vivere senza soluzione di continuità tra l’aula e il laboratorio e contribuisce al loro benessere complessivo all’interno del loro quinquennio scolastico". E "serve tanto ai ragazzi, per renderli adulti più consapevoli, quanto alla scuola, che sperimenta un modo di lavorare che metta davvero i ragazzi al centro". L’obiettivo finale, conclude Bartolozzi, è di "aiutare i giovani a sviluppare quelle competenze che noi chiamiamo 'trasversali', che toccano temi importanti per la loro vita, come la capacità di mettersi in gioco, la capacità di relazionarsi con sé stessi e con gli altri e la capacità di progettare il proprio futuro".

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