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Pedofilia: Ernie Allen, da Lolita Cit a PedoEmpire, la minaccia 'deep web'

10 giugno 2015 | 14.49
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Il Programma di Identificazione di Bambini Vittime (Cvip), che nel 2002 raccolse 50mila immagini pornografiche, lo scorso anno ha raggiunto la cifra record di 25 milioni

(Infophoto)
(Infophoto)

Pedopornografia, tratta, droghe, armi, documenti falsi, arruolamento di killer: l'oscuro mondo del World Wide Web, l'altra faccia della Rete in chiaro, "è una sfida difficile, ma per vincerla serve un approccio globale". A sottolinearlo all'Adnkronos è Ernie Allen, ex presidente del Centro Internazionale per i Bambini Scomparsi e Sfruttati (Icmec) e membro onorario di Telefono Azzurro, tra i massimi esperti mondiali di sicurezza online e consulente del governo britannico. E il fenomeno conosce da anni una crescita esponenziale: il Programma di Identificazione di Bambini Vittime (Cvip), che nel 2002 raccolse 50mila immagini pornografiche riguardanti i minori, lo scorso anno ha raggiunto la cifra record di 25 milioni.

Lasciate ogni speranza voi che entrate: nei bassifondi del Web, navigando anonimi con il browser Tor, si mercanteggia carne umana per un pugno di 'bitcoin'. I bambini sono tra le vittime più frequenti. "Noi vediamo solo una parte del 'lato oscuro' di internet - afferma Allen - Ci sono siti terrificanti come Lolita City o PedoEmpire che non lasciano dubbi sulle intenzioni. Essendo anonimi, non permettono di rintracciare i creatori e i fruitori. I clienti stessi sono furbi, usano soldi virtuali, i bitcoin, per comprare questi contenuti. E' difficile portare alla luce tutto questo: se accade, è perché qualche criminale commette un errore". Ma, "le grandi organizzazioni non ne commettono. E non parliamo solo di pedofilia".

Individuare i pedofili nei bassifondi della rete non è facile, anche se progressi sono stati fatti. Per quanto riguarda l'Italia, per esempio, oggi è quasi impossibile individuare e fare una lista dei siti pedopornografici: "non sappiamo dov'è la base operativa di questi hub", dice Allen. La certezza è che "il deep web si sta sviluppando ancora", aggiunge l'esperto sottolineando che nel 2002 al National Centre for Missing and Exploited Children abbiamo creato un Programma di Identificazione di Bambini Vittime (Cvip) raccogliendo 50.000 immagini. L'anno scorso, fra immagini e video, abbiamo raggiunto la cifra di 25 milioni".

'Per vincere la sfida serve un approccio globale'

Nella lotta alle forze oscure della pedopornografia "sono comunque stati fatti progressi enormi", spiega Allen. Anche perché queste "non sono sfide che si possono vincere da soli, serve un approccio globale. In questo senso l'alleanza mondiale promossa da Cecilia Malmström è stata decisiva. Oggi più di 50 paesi, Italia compresa, cambiano leggi e policy continuamente per essere in grado di contrastare la rete planetaria dei pedofili".

"In Inghilterra David Cameron - continua Allen - ha fatto della lotta ai pedofili un tema centrale del suo impegno politico e il programma 'We Protect' a cui lavoro con passione sta portando risultati significativi. Bisogna capire che non bisogna solo arrestare i pedofili, serve lo stesso sforzo anche per rimuovere dalla rete il materiale che offende la dignità delle vittime".

Il 'deep web' è terreno fertile anche per i terroristi, secondo Allen. "Usano la rete internet 'aperta' per la propaganda e il 'deep web' per finanziarsi, per fare network e sviluppare strategie. I motivi sono facili da capire: il mondo oscuro della Rete è semplice, ha rischi minimi, è totalmente anonimo".

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