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Dalle unioni gay a mafia capitale, Padre Georg a tutto campo su attualità e sfide Chiesa

13 giugno 2015 | 15.30
LETTURA: 7 minuti

Intervista Adnkronos al mons. Ganswein

di Elena Davolio

Nella foto padre Georg
Nella foto padre Georg

di Elena Davolio

Il prossimo Sinodo sulla famiglia, una 'sorpresa' a breve di Ratzinger, l'allarme per mafia capitale, "epidemia" contro la quale bisogna reagire. La questione delle unioni gay, la comunione ai divorziati risposati, l'alienazione da social network, la mancanza di speranza e la disperazione come 'orchi' che minacciano il mondo. E la vita quotidiana a stretto contatto con due papi. Il prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI, affronta in una lunga intervista all'Adnkronos temi di stringente attualità, parla della sua vita 'divisa' tra due papi e delle sue nostalgie.

La sorpresa di Ratzinger si concretizzerà quando il Papa emerito 'romperà' la clausura che ha scelto di osservare per essere presente all'inaugurazione della Biblioteca interamente dedicata alla sua vita e al suo pensiero. Accadrà a fine agosto, Benedetto XVI uscirà dal monastero Mater Ecclesiae per prendere parte ad un'inaugurazione del tutto speciale della Biblioteca Ratzinger all'interno del Pontificio Collegio Teutonico in Vaticano.

Racconta mons. Gänswein: "Tutto nasce da un'idea del direttore dell'Istituto 'Görres-Gesellschaft', a Roma, Stephan Heid che ha pensato fosse giusto dedicare a Benedetto XVI uno spazio teologico-culturale proprio nel cuore della cristianità". Un luogo, il Collegio Teutonico, al quale il papa emerito è particolarmente affezionato visto che, come sottolinea l'arcivescovo tedesco, "da cardinale era solito celebrare lì la messa ogni giovedì con i pellegrini di lingua tedesca". L'idea della Biblioteca Ratzinger è stata così proposta al pontefice emerito che, a fine agosto, prenderà parte all'inaugurazione dei locali che custodiranno il pensiero del grande teologo. "Benedetto XVI sarà presente all'inaugurazione - rivela mons. Gänswein -, perché la mattina dell'ultima domenica di agosto lui stesso presiederà la celebrazione eucaristica con i suoi ex-alunni nella Chiesa del Collegio Teutonico. Dopo la Santa Messa poi si inaugurerà alla sua presenza la nuova biblioteca".

È stato proprio Ratzinger a donare una grande quantità di volumi in copia. "Altri - ricorda il segretario particolare - sono stati donati dalla Fondazione Vaticana che porta il suo nome e a cui si devono i finanziamenti dell'iniziativa". Fervono i preparativi per organizzare gli spazi della biblioteca Ratzinger. "Non sarà un luogo solo per gli studiosi del pensiero di Benedetto XVI - annuncia mons. Gänswein -. Tutti potranno prendere visione delle sue opere". Il progetto è in divenire e quando la biblioteca entrerà a pieno regime, sarà fruibile anche sul web, come spiega il prefetto della Casa Pontificia. La biblioteca, in un certo qual modo, colmerà il silenzio che ha deciso di osservare Ratzinger dopo le dimissioni? "In realtà - afferma mons. Gänswein - il silenzio di Ratzinger è una decisione di grande coraggio che lui ha preso. La biblioteca, dunque, non colmerà silenzi anche perché, a mio modo di vedere, il suo è un silenzio molto 'parlante'".

Nel silenzio e nella preghiera, ritirato dal resto del mondo, Benedetto XVI continua ad essere presente. "Riceve tante lettere da tutto il mondo - racconta il prefetto della Casa Pontificia -. Arrivano da persone che hanno avuto già un legame con lui, ma ci sono anche tante lettere di molte persone che non hanno scritto mai". Anche papa Francesco mantiene i contatti con Benedetto XVI che ha voluto accanto a sé in alcune celebrazioni di particolare significato per la Chiesa. Di tanto in tanto s'incontrano, si sentono al telefono, si scrivono. Proprio di recente, Francesco ha avuto modo di confessare di sentire la mancanza di una serata in pizzeria. Bergoglio e Benedetto, "due figure differenti", sottolinea mons. Gänswein.

Si può parlare di una qualche nostalgia, per così dire domestica, legata alla quotidianità, da parte di Ratzinger? "Francesco e Benedetto - ribadisce il prefetto - sono due personalità molto diverse. Per Francesco il contatto diretto con la gente è necessario. Gli fa bene, lo ricarica e non si tratta di un contatto cercato solo per avere approvazione. I bagni di folla sono per lui rigeneranti. Benedetto è una persona piuttosto riservata e discreta, un intellettuale, ma con un grande cuore; per lui il contatto diretto andava bene ma non si è mai sentito a suo agio con le grandi folle. Francesco è, per così dire, il papa dell''incontro', vuol essere visto, toccato. Benedetto con la sua parola ha riempito i cuori, ha voluto essere ascoltato. Una presunta gelosia che qualcuno attribuisce a Benedetto nei confronti del cambiamento di immagine della Chiesa che Francesco sta portando avanti, non ha fondamento. Per carità", esclama Gänswein.

Papa Francesco, ogni tanto, ha fatto riferimento alla sua stanchezza e alla sua età. Considerazioni che potrebbero fare pensare, un domani, alla decisione di dimettersi come ha fatto Benedetto? "Lo sento anche io - osserva il Prefetto - a ogni Angelus e alla fine di ogni discorso, Francesco chiede sempre di pregare per lui. È vero, ogni tanto allude alla sua stanchezza, ma non so cosa si nasconda dietro questa allusione. Ciò è ovviamente cibo per la dietrologia … Certo, la rinuncia di Benedetto XVI ha aperto una porta, ma questo gesto non ha dato il via ad un automatismo, ad una prassi in futuro".

Affrontando i temi del prossimo Sinodo sulla famiglia, mons. Gänswein esprime una convinzione netta: "Penso che se ci si concentrerà sulle tematiche fondamentali ne conseguirà un grande vantaggio. In primis, dunque, si dovrà parlare della famiglia e l’evangelizzazione come sfida attuale senza lasciarsi condizionare da argomenti laterali o secondari". L'arcivescovo tedesco si riferisce alla questione della comunione ai divorziati risposati e alle unioni gay. "Mi auguro, anzi sono convinto che la sana dottrina e la tradizione cattolica saranno le guide sicure per trovare le giuste soluzioni rispetto alle questioni delicate. Sono sacerdote da 31 anni e conosco molte persone in difficoltà, che non vivono in un matrimonio 'regolare'. Loro, giustamente, aspettano un aiuto della madre Chiesa, un aiuto che prenda sul serio la loro situazione 'ferita' senza chiudere gli occhi davanti ai problemi concreti riguardo alla vita sacramentale. Nello stesso tempo devono essere accompagnati con comprensione, sincerità e magnanimità".

Monsignor Gänswein esprime preoccupazione anche per la piaga della corruzione emersa con i nuovi sviluppi dell'inchiesta su Mafia capitale. "Il Papa parla spesso di corruzione - osserva -. Una corruzione dalle mille facce. Sono i vizi capitali che ritornano. Si deve fare tutto il possibile per fare pulizia. Ormai non è più una questione di appartenenza politica, ci troviamo davanti ad un'epidemia contro la quale si deve reagire senza indugio".

Il prefetto della Casa Pontificia coltiva una particolare passione per la letteratura dedicata all'infanzia. Oltre a 'Perché il Papa ha le scarpe rosse', volume di domande che a padre Georg fecero i bambini di una scuola tedesca, Gänswein ha curato la prefazione di un libro per bimbi dove un gatto, l’animale più amato da Ratzinger, racconta la vita del papa. Nelle favole quasi sempre c'è un lupo cattivo. Qual è oggi l'orco che spaventa di più il mondo? "Il lupo cattivo che minaccia il mondo ed è difficile da combattere è la disperazione, la mancanza di speranza, l'angoscia per il futuro. Gli uomini devono tornare a sperare”, argomenta il segretario particolare di Ratzinger.

Una considerazione mons. Gänswein la riserva all'uso esasperato dei social network. "Attenzione, l'abuso di questi mezzi rischia di creare un eremo, una sorta di stato di alienazione. - denuncia - Anche durante le udienze del Papa c'è il pericolo che i fedeli, abusando di questi mezzi, si distraggano perdendo di vista la sostanza dell'evento. Così equivale a non dare la propria presenza a ciò che accade”.

C'è qualcosa di cui sente la mancanza nelle sue giornate dense di impegni? "Mi manca il tempo per la vita pastorale. Vorrei fare molto di più il sacerdote e il vescovo. Ricevo tanti inviti che sono costretto a declinare", si rammarica.

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