Condanna a 14 anni di reclusione per l'indiano Joseph White Klifford, il clochard di 58 anni che la notte del 17 febbraio 2014 uccise colpendolo con un colpo di cacciavite al petto Carlo Macro, 33 anni, perforandogli un polmone. La sentenza è stata pronunciata dalla prima Corte d'Assise di Roma presieduta da Anna Argento. Per l'imputato il pubblico ministero aveva chiesto 21 anni di reclusione.
A provocare l'aggressione dell'indiano fu il volume troppo alto dell'autoradio che infastidì Klifford, il quale abitava in una roulotte donatagli dalla comunità di Sant'Egidio e parcheggiata in via Garibaldi lungo la strada che porta al Gianicolo. Macro, infatti, reduce da una serata, si era fermato nei pressi della roulotte che riteneva abbandonata tenendo alto il volume della radio. L'indiano scese dalla roulotte ed ebbe una discussione con l'automobilista, poi lo colpì al torace con un cacciavite. Macro era in compagnia del fratello Francesco e venne portato da questi in ospedale dove però giunse già morto.
Dopo il delitto, il fratello lamentò il silenzio del sindaco sulla vicenda e ne nacque una polemica sulla sicurezza. Nel febbraio scorso Marino inaugurò una targa in via Garibaldi in memoria di Macro e di "tutte le vittime della violenza generata dal disagio sociale''.
