Sono una settantina, secondo le più recenti stime dell'Antiterrorismo, i 'foreign fighters' italiani o provenienti dall'Italia in attività nelle file del Califfato sui fronti della Siria e dell'Iraq. In tutto sono più di 4.000 i combattenti partiti dai Paesi occidentali per andare a sostenere la causa jihadista dell'Is. Circa 1.500 originariamente residenti in Francia, un migliaio partiti dalla Gran Bretagna, circa 700 dalla Germania, circa 500 dalle regioni balcaniche, più di 400 da Olanda e Belgio.
Negli ultimi mesi, sottolinea la Relazione al Parlamento dell'Intelligence italiana 'sulla Politica dell'Informazione per la Sicurezza', il fenomeno dei foreign fighters ha assunto "dimensioni del tutto inedite".
Per quanto riguarda la radicalizzazione via Internet dei combattenti, "appare sempre più concreto il rischio che nel magmatico universo della messaggistica agiscano veri e propri centri di reclutamento per aspiranti jihadisti, in grado di intercettare -rilevano i servizi di sicurezza- la domanda di estremisti homegrown che, insoddisfatti da un impegno esclusivamente virtuale e del ruolo di meri divulgatori, aspirino a trasferirsi nel teatro siro-iracheno".