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Dall'Eur al Foro Italico l'architettura fascista in lista Unesco, l'appello di Fdi

12 luglio 2015 | 15.28
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Il Palazzo della Civiltà Italiana all'Eur
Il Palazzo della Civiltà Italiana all'Eur

Dalla Pentopoli dell'Agro Pontino all'Eur; da Carbonia a Predappio Nuova, l'architettura del Ventennio fascista va salvaguardata e valorizzata. Ne è convinto Fabio Rampelli, presidente dei deputati di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, primo firmatario di una proposta di legge per la tutela delle città e dei nuclei 'di fondazione', che prevede un budget di 75 milioni di euro in tre anni per gli interventi.

La fede politica non c'entra, anche perché Rampelli, architetto prestato alla politica, è tanto lontano dal nostalgismo mussoliniano, che quando è stato interpellato sulla cancellazione della scritta Mussolini dall’obelisco del Foro Italico ha risposto che “la tutela dell’architettura razionalista prescinde dal fascismo e una loro associazione sarebbe dannosa”, confermando la sua viscerale passione per il razionalismo italiano le cui opere Rampelli vorrebbe nella lista dei siti tutelati dall’Unesco.

Se di credo si deve parlare, quindi, in questo caso non è quello politico ma urbanistico e culturale perché, spiega Rampelli le 'Città nuove' nate in Italia nel periodo a cavallo tra le due guerre mondiali rappresentano "un esempio di urbanistica e stili architettonici che il mondo intero ci invidia. Opere che hanno saputo coniugare tradizione e modernità, sviluppo del territorio e salvaguardia dell'ambiente".

"Oggi come allora -aggiunge Rampelli- le città di fondazione sono tra le più significative realizzazioni dell'architettura del ventesimo secolo, testimonianza della ricerca architettonica maturata tra le due guerre con lo stile Novecento, il Razionalismo italiano, il Futurismo".

"In questo scenario si coniugarono alcune delle più ardite intuizioni di un'intera generazione di giovani e geniali architetti, da Mazzoni a Petrucci, passando per Calza Bini e Piccinato. Lo stesso genio, la stessa ispirazione, la stessa volontà di intervenire sul territorio trovarono espressione un po’ ovunque, dal Lazio alla Sardegna, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia, e anche fuori dall'Italia", ricorda Rampelli.

L'obiettivo della proposta Rampelli è promuovere il recupero e la valorizzazione di centri urbani, borghi, frazioni, quartieri, con interventi di salvaguardia e di restauro di edifici, monumenti, beni architettonici. Accanto agli interventi di tutela del patrimonio edilizio, anche il sostegno a progetti di sviluppo locale che possano rilanciare il turismo e sostenere il tessuto produttivo delle aree interessate.

Altro obiettivo è quello di censire con esattezza tutte le città e i nuclei di fondazione. Quelli citati nella proposta Rampelli sono 153, da Nord a Sud, ma l'esponente di Fdi è convinto che la lista sia molto più lunga e che occorra sollecitare le Regioni ad una verifica più puntuale di edifici e opere.

Secondo la proposta, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge i Comuni, d'intesa con le soprintendenze competenti, individuano i monumenti, i luoghi e gli edifici di interesse storico-architettonico, insieme ad ogni altro "elemento tradizionale e caratteristico del contesto cittadino" da salvaguardare e da valorizzare.

Le proposte di intervento passano poi al vaglio del ministero dei Beni e culturali, chiamato anche ad esprimersi sulla creazione di nuovi insediamenti urbani o di elementi di arredo e decoro urbani, "culturalmente ed esteticamente coerenti con l'architettura tradizionale e razionalista". Infine, la proposta prevede l'istituzione del Museo 'delle città e dei nuclei di fondazione' con sede a Latina.

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