"Oggi Paolo Borsellino sarebbe estremamente contento di ciò che le generazioni successive alla sua morte sono riuscite a fare e stanno ancora facendo in manifestazioni come quella a cui assistiamo qui in via D'Amelio, trasformata in un vero e proprio parco giochi, dove bambini dai due anni in su, anche inconsapevolmente, stanno onorando Paolo Borsellino". Lo ha detto il Presidente della Corte d'Appello di Palermo, Gioacchino Natoli, venuto in via D'Amelio per ricordare il collega e l'amico Paolo Borsellino e gli agenti di scorta nel giorno della strage del 19 luglio dei 23 anni fa.
Parlando dell'intervento choc di Manfredi Borsellino fatto ieri al Palazzo di giustizia di Palermo, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, Natoli spiega all'Adnkronos: " Sull'esternazione sentita e commossa di Manfredi Borsellino desidero mantenere uno stretto riserbo perché è una vicenda che non posso commentare. Ieri, però, al di là del fatto strettamente legato alle cose importanti che Manfredi ha detto, è stata un'occasione per misurare quella che è la vera azione di ricordo della migliore antimafia di questo paese, cioè la capacità di ricordare tutti i giorni l'esempio di Falcone e Borsellino con comportamenti concreti". "Per quello che riguarda noi magistrati, con il comportamento dell'esercizio del nostro ministero di giudici o magistrati inquirenti", ha aggiunto.
E alla domanda se oggi esistono i cosiddetti 'professionisti dell'antimafia', Natoli replica: "E' una bruttissima espressione che, purtroppo, nasce nel 1987 da quella pessima idea di qualcuno che al Corriere intitolò un articolo di Sciascia che aveva contenuti diversi e voleva richiamare tutti noi a stare attenti a non cadere nelle declamazioni vuote, nella ripetizione di comportamenti senza che seguano dei valori. Anche oggi parlare di professionisti dell'antimafia è una cosa che evito per la pulizia del linguaggio che cerco di mantenere ad ogni costo".
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