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Roma, si rifiuta di far spacciare nel suo bar: pestato a sangue /Video

22 luglio 2015 | 08.39
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Si è rifiutato di consentire lo spaccio nel suo bar ed è stato pestato a sangue. Questa la storia dietro ai quattro arresti eseguiti questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli. Il pestaggio del ragazzo, un italiano, è avvenuto lo scorso 15 giugno alla fermata dell’autobus di via Don Primo Mazzolari, a Ponte di Nona. Dopo le botte il giovane è stato ricoverato presso l’Ospedale di Tor Vergata per essere sottoposto a un intervento chirurgico per ridurre la frattura patita al volto.

Le modalità dell’aggressione e l’iniziale versione dei fatti fornita dalla vittima non aveva convinto gli investigatori dell’Arma che hanno quindi deciso di approfondire la vicenda.

Le indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno quindi consentito di accertare che l’aggressione non era legata a motivi passionali come inizialmente paventato ma che si era trattato di un vero e proprio pestaggio organizzato da alcuni spacciatori di droga del quartiere Colle Prenestino, dove la vittima gestisce un bar, per punire il suo rifiuto di consentire l’utilizzo del suo locale per esercitare l’attività di spaccio.

Superata l’iniziale timore, la vittima ha deciso di collaborare con gli inquirenti che attraverso approfondite indagini sono riusciti a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti ed identificare quattro soggetti coinvolti nel pestaggio, tutti romani di età compresa tra i 30 ed i 19 anni, con diversi precedenti di polizia per reati connessi allo spaccio di stupefacenti.

In particolare i militari hanno accertato che la vittima già dal mese di maggio era stata avvicinata da alcuni pregiudicati di zona che lo avevano invitato a mettere a disposizione il suo locale per agevolare l’attività di spaccio. Davanti al suo rifiuto i malviventi avevano iniziato ad avanzare richieste sempre più pressanti sfociate nel pestaggio del 15 giugno 2015, dopo che la vittima aveva minacciato di rivolgersi alle Forze dell’Ordine se non lo avessero lasciato in pace.

A quel punto gli indagati hanno pianificato una vera e propria spedizione punitiva costringendo la vittima a lasciare il bar incustodito, per seguirli a bordo della loro autovettura.

Dopo pochi chilometri di strada, davanti all’ulteriore rifiuto della vittima di collaborare, i picchiatori sono quindi entrati in azione dando vita ad un violento pestaggio che si è concluso nei pressi della fermata bus presente in via Don Primo Mazzolari, davanti al Centro Commerciale Unico, dove il giovane è stato abbandonato dopo essere stato cosparso di benzina, con l’avviso di non fare “l’infame” altrimenti la prossima volta gli avrebbero dato fuoco. Nel frattempo uno degli arrestati che non aveva partecipato al pestaggio era invece andato presso il bar ed armato di martello aveva completamente distrutto tutte le telecamere del sistema di video sorveglianza allo scopo di cancellare le prove, senza tuttavia riuscire a trovare l’hard disk contenente le registrazioni.

Pesanti le accuse a carico dei quattro indagati, ai quali il Pubblico Ministero Nadia Plastina, titolare dell’indagine, ha contestato i reati di tentata estorsione, minacce, lesioni aggravate e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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