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Arriva la prima micromacchina spinta dalla luce

29 luglio 2015 | 12.33
LETTURA: 3 minuti

La micromacchina spinta dalla luce
La micromacchina spinta dalla luce

Realizzata la prima micromacchina che si muove grazie all’energia diretta della luce. "I veicoli a energia solare permettono il trasporto su terra, acqua e in aria utilizzando la luce del sole come fonte primaria di energia. La conversione della luce in movimento avviene in genere attraverso alcune fasi di trasformazione fra diverse forme di energia" spiegano i ricercatori del dipartimento di Fisica della Sapienza e dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, coordinati da Roberto Di Leonardo, docente presso la Scuola Superiore di Studi Avanzati dell'Ateneo della Capitale il cui studio è stato pubblicato su Nature Communications.

"Si tratta per lo più -proseguono gli scienziati- di veicoli elettrici alimentati da celle fotovoltaiche che convertono in un primo stadio la luce solare in energia elettrica. Questa strategia indiretta comporta però un elevato grado di complessità che pone grosse limitazioni alla miniaturizzazione di motori solari su scala micrometrica". I ricercatori hanno così messo a punto una nuova strategia per la conversione diretta ed efficiente della luce in movimento. Ed in futuro "questi micromotori potrebbero trasportare carichi microscopici, come ad esempio singole cellule, all'interno di dispositivi miniaturizzati alimentati dalla semplice esposizione alla luce solare" afferma Roberto Di Leonardo.

Il dispositivo consiste in una 'ruota' di dimensioni comparabili a quelle di un globulo rosso, rivestita da uno strato di materiale fotoassorbente e sospesa sulla superficie di un liquido. In presenza di luce, un debole riscaldamento disomogeneo sbilancia la tensione superficiale sul contorno dell'oggetto e genera una torsione in grado di produrre rotazioni di 300 giri al minuto.

"La tensione superficiale, che permette ad esempio ad alcune specie d'insetti di camminare sull'acqua senza perforarne la superficie, diventa sempre più rilevante in sistemi di dimensioni via via più piccole" spiega Di Leonardo. "Su scala micrometrica -aggiunge- la tensione superficiale è una delle forze di maggiore intensità ma generalmente è sempre perfettamente bilanciata e non produce spostamenti netti in una direzione".

"Quello che abbiamo dimostrato -aggiunge ancora il ricercatore- è che il debole riscaldamento generato dalla semplice esposizione alla luce è sufficiente a sbilanciare le forze capillari e produrre una torsione netta in grado di far ruotare molto rapidamente un motore microscopico di forma asimmetrica".

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