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Mafia: Palermo commemora giudice Chinnici, corone su luogo strage

29 luglio 2015 | 10.15
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Il silenzio suonato con la tromba e la deposizione delle corone di alloro delle autorità. E' stato ricordato così, questa mattina, in via Pipitone Federico a Palermo, il giudice Rocco Chinnici, con i carabinieri della scorta, Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, e il portiere dello stabile in cui abitava, Stefano Li Sacchi. Presenti sul luogo della strage i figli di Chinnici, Giovanni e Caterina, quest'ultima eurodeputata del Pd, ma anche i parenti delle altre tre vittime. Oltre ai vertici di Questura, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Dia, ma anche il Procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato e il Presidente della Corte d'appello Gioacchino Natoli e il Presidente del Tribunale Salvatore Di Vitale.

Dopo la deposizione delle corone i familiari e le autorità hanno raggiunto la chiesa di San Giacomo dei Militari, presso il Comando della Legione Carabinieri Sicilia, per la messa celebrata in ricordo delle vittime della strage. Alle 11 a Misilmeri, in piazza Rocco Chinnici e a Partanna, alle 12.30, in piazza Umberto I, altra deposizione di corone di fiori. E di pomeriggio l'inventore del pool antimafia, che chiamò nel suo ufficio i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, verrà ricordato anche dal Capo dello Stato Sergio Mattarella che incontrerà i familiari.

"Io quella mattina del 29 luglio di 32 anni fa ho macchiato l'asfalto di questa strada con il mio sangue e mi ferisce che quando si parla delle stragi si ricordino solo i magistrati, è giusto, certo, ma alle commemorazioni sarebbe giusto ricordare anche gli agenti di scorta e i sopravvissuti. Invece siamo dimenticati da tutti...". E' l'amaro sfogo di Giovanni Paparcuri, sopravvissuto alla strage. C'era anche lui questa mattina alla commemorazione alla presenza dei parenti di Chinnici e degli altri parenti. "Noi non eravamo lì per caso, ma perché ci occupavamo della sicurezza del dottor Chinnici", aggiunge ancora Paparcuri.

"I sopravvissuti purtroppo vengono catalogati, archiviati e messi da parte", dice. "Mi fa molto male ricordare quei momenti - dice Paparcuri - ma è giusto farlo. Però fateci caso, quando si parla delle vittime si fanno solo i nomi dei magistrati. E mai di noi sopravvissuti, dei fantasmi che circolano...".

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