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Aristo-chien

Da Evita a Lola, una vita da cani a corte

09 agosto 2015 | 14.46
LETTURA: 8 minuti

Elisabetta II giovanissima, con in braccio uno dei suoi primi corgi
Elisabetta II giovanissima, con in braccio uno dei suoi primi corgi

Si chiamano Alfie, Alma, Lola, Storm e Kimba. Sono le nuove star del web. Le loro foto e i loro profili campeggiano su facebook, instagram e twitter. Hanno domestici e governanti a loro servizio, medici privatissimi, mangiano quotidianamente sui piatti d'argento (serviti), come il caso di Choupette il gatto siamese che da tre anni condivide la sua esistenza con quella dello stilista di Chanel, Karl Lagerfeld. Adorati e accuditi, fotografati e festeggiati seguono silenziosamente i loro padroni. Protagonisti, loro malgrado.

Una schiera infinita. Reale e regale. Re, regine, principi e principesse, tutti hanno un cane o più d'uno. Come Marie Chantal di Grecia o Charlotte di Monaco, Margrethe di Danimarca, inseparabile dai suoi teckel, Evita e Vega, Charlène di Monaco spesso fotografata con il suo chihuahua, Monte. Ci sono poi i cani meno aristocratici, più istituzionali e democratici come Philae, la nuova compagna del presidente della Repubblica francese, Francois Hollande, un dono sembra della sua ultima fidanzata, l'attrice e produttrice francese Julie Gayet.

Una moda, un rito, soprattutto un'antica tradizione lega l'aristocrazia europea alla razza canina. Foto, ritratti, amabile convivenza. Basti pensare ai corgis della regina Elisabetta. Una grande famiglia, i cui membri (padri, figli, nipoti) hanno sempre abitato il palazzo di Buckingham, la residenza estiva di Balmoral, il castello di Windsor. Vite parallele, sempre protagonisti anche durante le cerimonie ufficiali.

Nei saloni di Buckingham Palace i corgis 'annunciarono', nel lontano 2007, alla squadra di rugby della Nuova Zelanda ricevuta dall'augusta sovrana, il suo arrivo accanto al principe consorte, Filippo di Edimburgo. Una passione mai stemperata, quella dei reali inglesi per gli animali, i cavalli soprattutto, i cani, naturalmente. Non è un caso che Elisabetta II abbia sepolto Sugar, uno dei suoi cani prediletti, nei giardini di Sandringham. Poche righe, in inglese: '... for over 16 years the faithful companion of the queen'', ovvero: "...per 16 anni compagno fedele della regina''.

Passione molto 'english' quella per la razza canina. Il duca e la duchessa di Windsor erano inseparabili dai loro carlini. Imperial II li seguiva in vacanza sino a Dauville, nel mare della Normandia. Nulla di nuovo anche in terra di Danimarca in ambito di animali. Il principe consorte Henrik è stato premiato, lo scorso febbraio, a Hillerod come 'miglior amico degli animali'.

E' giunto accompagnato da uno dei cani di famiglia, Rosina, quegli stessi cani (Querida e Helike) che ogni estate si imbarcano sul 'royal yacht' per le vacanze (con tanto di sfilata sul rede carpet), spesso in compagnia di Apple, il barboncino bianco della principessa Marie. Anche Montecarlo ama i cani e non solo il circo: nel 2010 la principessa Carolina di Hannover venne fotografata con due cuccioli di teckel, e qualche anno dopo la principessa ereditaria Charlène si è lasciata andare, dinanzi al flash dei fotografi, a vere proprie effusioni nei confronti del suo chihuahua, Monte.

Anche in Francia, terra laica e repubblicana, gli 'aristo-chien' da anni vengono coccolati, fotografati, inseparabili dai loro presidenti. Quasi sempre si tratta di labrador. Neri o color champagne. In principio ci fu Valéry Giscard d'Estaing con Jugurtha e Samba, poi ci furono Francois Mitterand e Jacques Chirac con Baltique e Maskou, e Nicolas Sarkozy con Clara. Ultimo inquilino dell'Eliseo è Philae, la sua prima apparizione, lo scorso anno a Natale.

Dalla Francia agli Stati Uniti. Anche i presidenti 'stelle e strisce' si sono sempre lasciati fotografare accanto ai loro beniamini. Quasi un portafortuna. Da Truman a Clinton, a Obama, da John Kennedy (ricordate la foto che lo ha immortalato a Hyannis Port nel 1963 circondato dai suoi cani, dalla first lady, dai figli John John e Caroline?) a George W Bush.

Cartoline d'altri tempi. In bianco e nero e a colori. Per glorificare una dinastia, per riproporne i suoi rappresentanti all'interno di una aristocratica e inaccessibile normalità. La principessa Sissi in posa con il suo cane Shadow nel 1860, l'imperatrice Eugenia a Biarritz nel 1858, Guglielmo II nel 1930 con il suo pastore tedesco Arno, la principessa Grace, ritratta nei saloni di Montecarlo da lord Snowdon con il suo barboncino color champagne nel 1971.

E poi i reali del Belgio (gli ex sovrani Paola e Alberto) nei giardini di Laeken con uno dei loro jack russel, il principe Naruhito con la principessa Masako e la figlia Aiko. E andando indietro di qualche secolo, indimenticabile il dipinto firmato Clouet che ritrae un giovanissimo Enrico II di Francia con un cucciolo sale e pepe. Amici per la pelle, per molte piccole teste coronate i cani sono stati soprattutto teneri e affettuosi compagni di giochi. Ancora una volta lo testimoniano alcune foto.

Indimenticabile lo scatto, che ha fatto il giro del mondo, di little George, immortalato da una delle finestre della residenza londinese dei duchi di Windsor, che si rivolge compiaciuto e complice al cane senza lasciarsi intimorire dall'obiettivo del fotografo. Una lunga lista di futuri sovrani è rimasta immortalata, bambini o adolescenti, con accanto un cucciolo di cane.

Il principe delle Asturie, il principe Nikolai di Danimarca che, per festeggiare il suo quarto compleanno ha scelto di farsi riprendere con il suo cocker Oscar, ma anche la principessa ereditaria di Svezia, Victoria, il principe Ranieri, la futura regina di Norvegia Ingrid Alexandra, addormentata accanto al cane di famiglia, Milly Kakao e ai suoi cuccioli.

In una lunga intervista al settimanale francese 'Point de vue' lo storico e studioso Michel Pastoureau, autore tra l'altro di 'Les Animaux célèbres', (Arléa), rivela che i re francesi, soprattutto quelli della dinastia dei Valois, Enrico II, per esempio, i figli Carlo IX e Enrico III adoravano i cani e per loro dilapidavano fortune. ''Enrico II, marito di Caterina de' Medici, adorava i cuccioli di color bianco - ha raccontato Michel Pastoureau- Li nutriva solo con pane e latte''.

''E un panettiere era a loro completa disposizione. Il figlio, Carlo IX - ha aggiunto - aveva un debole, invece, per la sua adorata Courte. Mangiavano e dormivano, facevano il bagno insieme, quando il cane andava a letto un valletto le infilava una camicia da notte di velluto verde''. Eccentrico e fascinosissimo, Enrico III, l'ultimo dei Valois, amava invece i cani di dimensioni ridotte che portava spesso appesi al collo con un enorme fiocco''.

Nulla di nuovo, comunque, tra le grandi famiglie aristocratiche d'Europa. I cani e gli animali erano parte integrante della famiglia. Maria Antonietta, per esempio, non si separava mai dal suo carlino, Mops, la regina Vittoria d'Inghilterra da un piccolo spaniel nero, Dash, mentre il nipote Guglielmo II fece addirittura costruire un memoriale dopo la morte del suo amato teckel Erdmann. La passione della regina Elisabetta per i corgis è ormai storia.

Il primo corgis Elisabetta lo ricevette in dono a 12 anni. A 88 anni il sovrano inglese convive ancora appassionatamente con l'aristocratica razza canina. Secondo 'Point de vue' e riportando quanto suggerito dalla scrittore e studioso Stephane Bern, sembra che Elisabetta d'Inghilterra prepari il pranzo ai suoi amati corgis, personalmente (ogni giorno alle ore 17). Cereali, carne, legumi a seconda delle preferenze di ognuno di loro.

Difficile spiegare la passione per i cani da parte di molte teste coronate, che spesso prediligono la stessa razza. Un labrador retriver per il principe di Galles, il bulldog Romeo per Caroline di Hannover, i teckel della regina di Danimarca e del principe consorte, un jack russel per gli ex sovrani del Belgio, Paola di Liegi e Alberto. Ma una risposta, forse, c'è.

Stéphane Bern, autore di 'Une vie de chien' (Albin), citato dal settimanale francese, ironicamente ha scritto che ''non è mai esistito un cane che abbia pubblicato le confessioni del suo padrone, che abbia mai concesso interviste, che si sia lasciato scappare alcune indiscrezione. 'Se volete un amico alla Casa Bianca, prendete un cane'. Un consiglio firmato Harry Truman - ha ricordato Bern- 33esimo presidente degli Stati Uniti''.

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