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Migranti, Parolin: "Basta polemiche, uniamo le forze per una risposta comune"

29 agosto 2015 | 12.40
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"Uniamo le forze per cercare di rispondere all'emergenza immigrazione". L'invito del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, oggi in visita al Policlinico Gemelli (FOTO), è quello di superare le polemiche ("non risolvono i problemi, inaspriscono solo gli animi") e di fare ciascuno la propria parte, Chiesa compresa, per cercare di arrivare, nonostante le difficoltà, a "soluzioni possibili" di fronte a tante tragedie "che ci lasciano allibiti". Quello dell'immigrazione è un "problema mondiale che esige una risposta a diversi livelli di responsabilità ma che deve vederci tutti coinvolti. Non dobbiamo dividerci", dice Parolin tirando in ballo anche l'Onu.

"La situazione è molto complessa, nessuno ha la soluzione a portata di mano perché ci sono tante cause che concorrono in questo fenomeno". Tuttavia, "ci sono tante soluzioni che possono essere realizzate. Credo che l'importante sia la collaborazione di tutti di fronte a questo problema", sottolinea Parolin che, riferendosi alle critiche sull'inerzia dell'Europa, invita ad "uscire dalle condanne e dalle colpevolizzazioni" mentre fa "un appello a tutti a fare il loro dovere. Uniamo le forze -è l'esortazione del segretario di Stato vaticano - per dare una risposta comune". Quanto alle polemiche, vanno messe da parte: "ciascuno faccia un esame di coscienza. Anche la Chiesa" perché "le polemiche non servono molto a risolvere i problemi, anzi acuiscono le difficoltà e inaspriscono gli animi".

Rispondendo a una domanda sulle critiche di ingerenza della Chiesa, Parolin dice: "a volte la Chiesa viene accusata di ingerenza, a volte invece viene accusata di silenzio. Io credo che la Chiesa abbia il dovere evangelico di dire una parola" sul tema immigrazione. Non è certo "una voce che grida nel deserto".

Molti dei migranti provengono dalla Siria, "sfuggono da una guerra crudelissima - evidenzia -. Una guerra che dura da tanti anni, senza che ci siano prospettive di soluzione. E quindi lì bisogna raddoppiare, moltiplicare gli sforzi".

"C'è la tendenza a dimenticare", aggiunge Parolin. Situazioni come quella della Siria, diventano "malattie croniche di cui più nessuno si occupa a meno che non ci siano fiammate particolari. Quindi è necessario richiamare l’attenzione su questo dramma e soprattutto cercare di riattivare tutto quello che è possibile anche dal punto di vista diplomatico", dice Parolin auspicando che si possa riprendere la conferenza di pace Ginevra 2: "Noi lo auspichiamo e lavoriamo perché questo sia possibile".

Parolin è intervenuto a margine della visita al Policlinico Gemelli anche sui provvedimenti del governo per l'organizzazione del Giubileo. "Credo che mons. Fisichella abbia dato un giudizio positivo su queste scelte del governo. Speriamo - dice - che possano essere scelte giuste e che permettano uno svolgimento del Giubileo sereno e proficuo".

Il segretario di Stato della Santa Sede ha presieduto la messa che si è svolta nella hall del Policlinico. Durante l'omelia, richiama i sanitari al valore della vita umana. "Niente può rivelarsi tanto disastroso per la fede e per la cultura sanitaria e medica - dice -, quanto il perdere di vista la totalità della persona". E ricorda che "la centralità del malato ha una valenza anche sociale ed economica e richiede che si investano risorse per perseguire i valori riassunti nel comandamento dell’amore del prossimo".

Il cardinale Parolin auspica che "il cammino iniziato da poco meno di un mese della nuova Fondazione che gestirà il Policlinico Gemelli si risolva in una sempre maggiore fedeltà alla volontà di Dio e si traduca nell’impegno di trattare tutti con quel rispetto, quell’accoglienza e quella delicatezza che esige la loro dignità di persone umane, create ad immagine e somiglianza di Dio".

In merito alla visita di Papa Francesco al policlinico Gemelli ricorda che "l’anno scorso, il 27 giugno, tutto era già pronto per accoglierlo, ma un’indisposizione gli impedì di realizzare l’incontro. Ma, come dice il proverbio latino: 'Quod differturnon aufertur' (ciò che viene rimandato non viene tolto), per cui speriamo che questo incontro, prima o dopo, possa aver luogo".

Dopo la messa il segretario di Stato della Santa Sede ha visitato il Centro Nemo del Gemelli, dove sono assistiti i malati di Sla e Sma e il reparto di Ostetricia e Neonatologia. Poi Parolin ha pranzato presso la mensa aziendale del Gemelli insieme al personale del Policlinico.

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