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Sulle Alpi

Quando le frane diventano cantine per conservare vino, salumi e formaggi

14 settembre 2015 | 12.24
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Quando le frane diventano cantine per conservare vino, salumi e formaggi

"A Borgofranco (Ivrea), sulle Alpi, gli abitanti hanno trasformato accumuli di frane in cantine naturali per la conservazione e la maturazione di vino, salumi e formaggi”. A dirlo Franco Gianotti, ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino. “Queste cantine naturali -anticipa- le vedremo dal vivo con la Settimana del Pianeta Terra, in programma dal 18 al 25 ottobre".

"Il nostro sarà -fa notare- un intenso viaggio nel cuore dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, vasto ben 500 kmq, che si estende allo sbocco della valle della Dora Baltea ed è stato costruito da un ghiacciaio che nasceva dalle vette più alte d’Europa, quali il Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino e Gran Paradiso. Saremo a Borgofranco, dove gli abitanti hanno saputo trasformare accumuli di frane in 200 cantine denominate Balmetti".

"Si tratta di accumuli di frana -descrive Gianotti- al cui interno gli abitanti sono riusciti a dare vita a cantine naturali per la conservazione e la maturazione di vino, salumi e formaggi. Il funzionamento di tali ambienti naturali si basa sulla presenza di correnti d’aria fresca. Tale raggruppamento di cantine rappresenta un immenso patrimonio geologico. Saremo dinanzi a un vero e proprio villaggio di sole cantine naturali che in questo luogo hanno il nome di Balmetti da balma o barma che significa riparo sotto roccia”.

"Con i geologi -continua- saliremo sui Colli d’Ivrea: tale area durante le glaciazioni veniva coperta da centinaia di metri di ghiaccio in movimento. Un giro ad anello intorno al Lago Nero, il più settentrionale dei laghi d’Ivrea, permetterà di osservare le forme di erosione (rocce montonate, lucidature, strie glaciali) impresse dal ghiacciaio sul basamento roccioso della Zona del Canavese (graniti, dioriti, scisti) e alcuni depositi, tra cui i massi erratici. Ed ecco che toccheremo la geologia con mano e avremo un paesaggio spettacolare basato sul forte contrasto tra la piatta pianura interna e l’alto rilievo morenico che la circonda, tra cui la Serra d’Ivrea, la maggiore morena laterale della regione alpina".

“Un grande tour geologico dal Lago Sirio al Lago Pistono -sottolinea Gianotti- passando per le Terre Ballerine. Vedremo dal vivo una delle curiosità geologiche più affascinanti della zona alpina. Saliremo su una coltre di torbe costituite da vegetazione palustre, muschi del genere Sphagnum, canne di palude, che sono galleggianti sulle acque ed ecco perché ballerine in quanto in costante movimento".

"Il sito è famoso -ricorda- con il nome di Terre Ballerine perché saltando sul terreno di consistenza elastica, questo prende ad oscillare facendo ballare anche il bosco circostante che vi cresce sopra. Quando saremo sulle Terre Ballerine avremo dinanzi ai nostri occhi una vera miniera a cielo aperto abbandonata, essendo ciò che resta di uno sfruttamento intensivo di una torbiera alcuni metri più spessa in origine”.

“Sull’Anfiteatro di Ivrea sono in atto importanti studi geologici ancora in corso -comunica Franco Gianotti- e potremo vederli in mostra nell’ex municipio a due passi dal Castello di Masino. Ammireremo una vera mostra sulla geologia dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea che è frutto della collaborazione tra Ecomuseo Anfiteatro Morenico di Ivrea, dipartimento di Scienze della Terra di Torino e il Comune di Caravino. Dalla spianata si godrà di quello che è il più classico panorama sull’Anfiteatro Morenico d’Ivrea".

"La mostra spiegherà al cittadino -continua- la composizione del substrato su cui poggia l’anfiteatro, attraverso campioni di rocce (granuliti basiche dei Colli d’Ivrea, peridotiti dei Monti Pelati, micascisti eclogitici dello sbocco vallivo) e di sedimenti marini pliocenici fossiliferi (Ponte dei Preti) ma si avrà anche l’opportunità di vedere una collezione di vecchie carte geologiche realizzata grazie a studi iniziati nel 1850 con il lavoro di Martins & Gastaldi".

"Ben 20 pannelli -precisa- illustreranno la storia geologica dell’anfiteatro morenico e ne spiegheranno le sue varie componenti: rilievo morenico, depressione interna, Colli d’Ivrea e pianalti esterni. Un grande plastico aiuterà a comprenderne la morfologia generale e la stratigrafia secondo gli ultimi studi. Campioni di ciottoli e di sedimenti mostreranno la composizione dei vari tipi di depositi glacigenici (subglaciali, di margine glaciale, proglaciali). Due stereovisori permetteranno di osservare le foto aeree dell’anfiteatro in 3D”.

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