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Roma: Colosseo e Fori inaccessibili, quando anche Pompei rimase chiusa

18 settembre 2015 | 13.36
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Roma 'chiusa' per assemblea sindacale: è caos turisti. Franceschini: "Ora basta"

Scavi archeologici di Pompei (Infophoto) - INFOPHOTO
Scavi archeologici di Pompei (Infophoto) - INFOPHOTO

Il caso della chiusura del Colosseo per un'assemblea sindacale che ha provocato caos e rabbia fra migliaia di turisti fuori dai cancelli dell'Anfiteatro Flavio arriva a distanza di due mesi dalla vicenda accaduta questa estate a Pompei, con gli scavi rimasti chiusi anche in quella occasione per un'assemblea sindacale.

Era il 24 luglio, anche quel giorno era un venerdì, e migliaia di turisti rimasero fuori dai cancelli degli scavi. Una vicenda che provocò l'ira del premier Matteo Renzi, con il ministro Franceschini che parlò di "danno incalcolabile" e che sfociò anche in un'indagine da parte della Procura della Repubblica di Torre Annunziata per interruzione di pubblico servizio.

"Vedere che dopo tutto il lavoro fatto per salvare il sito e quindi i posti di lavoro a Pompei , un'assemblea sindacale blocca all'improvviso migliaia di turisti sotto il sole fa male" disse Renzi il giorno dopo la protesta dei lavoratori, sottolineando che "c'è anche bisogno di buon senso e di ragionevolezza, di responsabilità e di rispetto. Io non ce l'ho con i sindacati. Ma se continua così - concluse il premier nella sua e-newes - dovremo difendere i sindacati da sé stessi".

Anche il commento del ministro Franceschini fu molto duro. ''Un danno incalcolabile che rischia di vanificare quei risultati straordinari raggiunti nell'ultimo anno che hanno rilanciato l'immagine di Pompei nel mondo - disse il titolare dei beni e delle attività culturali e del turismo - Chi fa così fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e soprattutto fa de male al proprio paese''. Il soprintendente di Pompei , Massimo Osanna, - definì la chiusura dei cancelli agli scavi archeologici "un colpo basso".

Sul fronte opposto i sindacati, secondo i quali non ci fu nessuno scandalo. Si trattava solo di "un'assemblea richiesta da 3 organizzazioni sindacali e regolarmente autorizzata dal sopraintendente", spiegò Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-Unsa, puntando il dito contro "l'ennesimo deliberato attacco alle libertà sindacali".

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