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Tav, chiesti 8 mesi per Erri De Luca: "Non è uno qualunque"

21 settembre 2015 | 10.45
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Lo scrittore: "Non sono martire"

(Infophoto)
(Infophoto)

Condannare Erri De Luca a una pena di 8 mesi per istigazione a delinquere. È la richiesta di condanna formulata dal pm Antonio Rinaudo al termine della sua requisitoria nel processo per alcune dichiarazioni dello scrittore sui sabotaggi della Tav. Secondo il magistrato si possono concedere le attenuanti generiche per il comportamento processuale di De Luca che "ha risposto alle domande e non si è mai sottratto" ha detto Rinaudo.

Per Rinaudo De Luca era consapevole del significato delle sue parole "qualora non avesse voluto commettere questo reato - ha sottolineato il pm - avrebbe potuto usare le parole che ha usato in questo processo parlando del cantiere come delle mura di Gerico che crollano per le voci e le urla. Ma in questo caso le voci non bastano, occorrono le cesoie e le molotov di cui lui sapeva perfettamente".

"Quelle non sono parole pronunciate da uno qualunque - ha detto il pm nella requisitoria. Quando Erri De Luca parla le sue parole hanno un peso rilevante, soprattutto in relazione ai destinatari, in questo caso il movimento No Tav". Il magistrato ha sottolineato il peso di De Luca che "è uno scrittore di fama, conosciuto dal Movimento fin dal 2005". "Parliamo di forza suggestiva che ha incitato altri soggetti a commettere reati" ha aggiunto il pm ricordando che a settembre 2013 dopo le dichiarazioni di De Luca ci sono state tre azioni contro delle ditte del Tav.

Secondo il Rinaudo nel caso del reato di istigazione "è irrilevante il fine per cui si agisce", inoltre "la libera manifestazione del pensiero di fronte a una manifestazione che ha un contenuto intrinseco di illiceità, come istigare, non può trovare tutela". Erri De Luca "non ci venga a dire che lui non ha sentito parlare di molotov" ha sottolineato il pm nel corso della requisitoria e ricordato il passaggio di un'intervista in cui De Luca parla di sabotaggi e vandalismi ha sottolineato: "è implicito il contenuto di violenza del parallelismo" ha aggiunto il pm.

"Non sono un martire, non sono una vittima, sono un testimone della volontà di censura della parola", ha detto Erri De Luca in una pausa del processo. "Sono stupito - ha aggiunto lo scrittore - della differenza tra gli argomenti prodotti e l'entità della pena richiesta. Mi sarei aspettato il massimo. Questa sentenza - ha concluso - sarà un messaggio sulla libertà di espressione".

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