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Gay: preside Monza su studente fuori da classe, nessuna discriminazione

29 settembre 2015 | 21.19
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Gay: preside Monza su studente fuori da classe, nessuna discriminazione

Uno studente denuncia di essere stato discriminato perché gay, l'istituto scolastico di Monza frequentato dal minorenne smentisce, ma la polemica non si arresta. "Non c'è stata alcuna discriminazione legata all'orientamento sessuale", si legge nella nota firmata dal preside che riassume i fatti: "I compagni hanno segnalato ai docenti una foto pubblicata su un social media in cui il ragazzo era ritratto in un atto sessuale esplicito. L'immagine ha suscitato scalpore tra gli studenti e ha preso a circolare viralmente". Il preside della scuola "ha chiesto ai genitori del ragazzo un incontro congiunto con i servizi sociali per segnalare l'accaduto e abbassare i toni suscitati da questo fatto. Per due giorni, nell'attesa di questo colloquio, per proteggerlo dal clamore suscitato dalla vicenda, lo studente ha svolto attività coerenti con il suo percorso formativo in una postazione all’interno del centro".

Lunedì scorso il ragazzo "si è presentato da solo, senza che sia stato possibile ottenere il colloquio con i servizi sociali e la famiglia, ed è stato riammesso in aula. In tutto questo l'orientamento sessuale del ragazzo non c'entra nulla, tantomeno l'intento era discriminatorio". Nella nota si sottolinea come la scuola, cattolica, "ha inteso e intende, in presenza di un simile fatto grave come questo accompagnare l'alunno per aiutarlo ad essere consapevole nella gestione della comunicazione propria vita personale ed intima". Una versione che non collima con quella fornita dalla controparte e sulla vicenda sono tanti gli interventi da parte dei diversi schieramenti.

"Se il caso di discriminazione denunciato dalla madre - spiega il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti - dovesse essere confermato sarebbe un fatto di una gravità inaudita, di cui la scuola dovrà rispondere, perché nessuna discriminazione è mai accettabile, tanto più in un luogo deputato alla formazione dei giovani". Il primo cittadino evidenzia che "Poco prima che emergesse la notizia, la madre si è rivolta ai nostri servizi sociali per segnalare l’accaduto. Pur non essendo il ragazzo sotto la nostra tutela, i nostri uffici hanno immediatamente contattato la scuola perché è giusto che la madre sappia esattamente ciò che è successo". Per M5S Lombardia la vicenda, "se confermata, è molto grave e merita tutta l’attenzione dell’Assessorato regionale all’Istruzione che deve e può intervenire, oltre che con verifiche e controlli, per ribadire che la scuola lombarda si riconosce nei principi costituzionali della non discriminazione".

La deputata e responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero, annuncia che presenterà "quanto prima un'interrogazione parlamentare affinché il Miur faccia chiarezza su quanto denunciato dal padre di un ragazzo che, in un istituto di Monza, sarebbe stato costretto a restare fuori dalla classe perché omosessuale e affinché lo stesso istituto possa chiarire quanto realmente avvenuto. Si faccia, quindi, chiarezza sia per il rispetto del ragazzo sia per il valore educativo che la scuola ha".

I Giovani Democratici della Lombardia "condannano con fermezza l’accaduto e invitano i parlamentari del Partito democratico e il ministro Giannini a fare luce sulla vicenda". E non sono i soli. "Abbiamo letto con sconcerto la notizia di un istituto di formazione di Monza che avrebbe messo uno studente a seguire le lezioni fuori dall'aula perché omosessuale. È un fatto gravissimo, inconcepibile, per il quale chiediamo l'intervento fermo e severo del Miur", dichiara Flavio Romani, presidente di Arcigay. "Spetta al Ministero - prosegue - inviare tempestivamente i propri ispettori. Qualora le circostanze fossero confermate, sarebbero doverose l'immediata interruzione di qualsiasi forma di accreditamento pubblico e l'applicazione di qualsiasi strumento per sanzionare una pratica discriminatoria grave, perché violenta nel messaggio e estremamente dannosa".

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