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Papa Francesco apre il Sinodo: "Non è un Parlamento dove regna il compromesso"

05 ottobre 2015 | 10.32
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Il Sinodo non è un Parlamento, dove per raggiungere un consenso o un accordo comune si ricorre al negoziato, al patteggiamento, ai compromessi". Papa Francesco lo sottolinea ai vescovi, aprendo in Vaticano i lavori dell'assemblea generale del Sinodo sulla famiglia , chiedendo "coraggio apostolico, umiltà evangelica e azione fiduciosa". Il Pontefice esorta a "mettere a tacere tutti i nostri rumori per ascoltare la voce di Dio, che parla nel silenzio".

"Il Sinodo - ricorda - è un cammino comune, fatto con spirito di collegialità, adottando coraggiosamente la parresia - ovvero, la piena libertà di parola - la saggezza, la franchezza e mettendo sempre davanti ai nostri occhi il bene della Chiesa e delle famiglie".

"Il Sinodo - continua il Papa - non è un convegno, non è un parlatorio o un Senato, dove ci si mette d'accordo. Invece, è un'espressione ecclesiale, è la Chiesa che cammina insieme per leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio. E' la Chiesa che si interroga sulla fedeltà al deposito della fede, che non è un museo da guardare e da salvaguardare ma una fede viva della quale la Chiesa si disseta, per dissetare e illuminare il deposito della vita".

"Il coraggio apostolico che non si lascia impaurire di fronte alle seduzioni del mondo che tendono a spegnere nel cuore degli uomini la luce della verità, sostituendola con piccole e temporanee luci; e nemmeno di fronte all'impietrimento di alcuni cuori che, nonostante le buone intenzioni, allontanano le persone da Dio", avverte Papa Francesco.

"Il Sinodo potrà essere uno spazio dello Spirito Santo solo se noi partecipanti ci rivestiamo di coraggio apostolico, di umiltà evangelica e di orazione fiduciosa - spiega il Papa - Il coraggio apostolico deve portare vita e non fare della nostra vita cristiana un museo di ricordi. Il Sinodo si muove necessariamente nel seno della Chiesa, i cui pastori sono i servitori del popolo di Dio".

Continua il Pontefice: "E' uno spazio perfetto dove la Chiesa sperimenta l'azione dello Spirito Santo, che parla attraverso la lingua di tutte le persone che si lasciano guardare dal Dio che sorprende sempre, che rivela ai piccoli ciò che nasconde ai sapienti e agli intelligenti; dal Dio che ha creato la Legge per l'uomo e non viceversa; dal Dio che lascia le 99 pecorelle per cercare l'unica che si è smarrita; dal Dio che è sempre più grande delle nostre logiche e delle nostre carte".

"L'umiltà evangelica sa guardarsi dalle proprie convinzioni e dai pregiudizi e ascoltare i fratelli. E porta a puntare il dito non contro gli altri per giudicarli ma per tender loro la mano e per farli rialzare senza mai sentirsi superiori a loro", raccomanda Papa Francesco.

"Senza l'ascolto di Dio - avverte il Pontefice - tutte le nostre parole saranno soltanto parole che non saziano e non servono. Senza lasciarci guidare dallo Spirito Santo, tutte le nostre decisioni saranno soltanto delle decorazioni, che invece di esaltare il Vangelo lo ricoprono e lo nascondono. Sia Dio a guidarci e a illuminarci - esorta il Papa - e a farci mettere davanti agli occhi non i nostri pareri personali ma la fede in Dio e la fedeltà al magistero e al bene della Chiesa".

I lavori - preceduti ieri dalla messa solenne nella basilica di San Pietro in Vaticano - termineranno il 25 ottobre. Complessivamente, prendono parte all'assemblea generale del Sinodo sulla famiglia 270 padri sinodali: 42 ex officio (15 patriarchi, arcivescovi maggiori e metropoliti delle chiese metropolitane sui iuris delle chiese orientali cattoliche; 25 capi dei dicasteri della Curia Romana; il segretario generale e il sottosegretario del Sinodo dei vescovi), 183 'ex electione' e 45 'ex nominatione pontificia', ovvero scelti direttamente da Papa Francesco.

Tra i membri si contano 74 cardinali, tra cui 1 patriarca e 2 arcivescovi maggiori; 6 patriarchi; 1 arcivescovo maggiore; 72 arcivescovi, di cui 3 titolari; 102 vescovi tra i quali 6 ausiliari, 3 vicari apostolici e 1 emerito; 2 presbiteri diocesani, entrambi parroci; e 13 religiosi.

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