cerca CERCA
Giovedì 28 Marzo 2024
Aggiornato: 18:28
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Disabili: Caregiver Familiari a Renzi, inserire tra priorità riconoscimento nostri diritti

08 ottobre 2015 | 15.21
LETTURA: 6 minuti

Disabili: Caregiver Familiari a Renzi, inserire tra priorità riconoscimento nostri diritti

Inserire tra le priorità del Governo la promozione del riconoscimento delle tutele minime per i Caregiver familiari. A chiederlo il Coordinamento Nazionale famiglie disabili gravi e gravissimi che con una lettera aperta, inviata oggi, si rivolge direttamente al Premier per chiedere il riconoscimento dei diritti dei "caregiver familari", quelle persone, cioè, interamente votate all'assistenza h 24 di un familiare affetto da una grave ed invalidante patologia, costretti a rinunciare ad una normale vita lavorativa per assicurare al proprio congiunto cure ed affetto a domicilio.

Con un linguaggio informale e diretto, dandogli del Tu, "per creare subito un’atmosfera amichevole" che aiuti ad entrare in "empatia", la presidente del Coordinamento, Simona Bellini, intende portare all'attenzione del Premier "la condizione in cui vivono alcune migliaia di cittadini italiani in un contesto di gravissima fragilità, totalmente abbandonati dal proprio Paese".

"Nella lettera che hai inviato alla stampa europea lo scorso 24 Giugno - scrive Bellini - hai affermato 'Non rinunceremo a salvare nemmeno una vita, perché abbiamo sulle nostre spalle secoli di civiltà…'. E’ vero, ti riferivi ai migranti ma immagino che il concetto possa essere considerato universale, giusto? Ed è proprio per questo - prosegue - che ti scrivo, perché tu prenda coscienza del fatto che le persone con la più ridotta aspettativa di vita nei paesi occidentali, in Italia vengono del tutto ignorate e tenute dalle istituzioni nell’abbandono più assoluto. Si chiamano Caregiver Familiari e già il fatto che non esista una parola italiana adeguata la dice abbastanza lunga".

"Si tratta - prosegue la missiva - di persone che, davanti all’impossibilità di scelte appropriate e dignitose per i propri cari, si curano in ambito domestico di familiari non autosufficienti e senza soluzione di continuità. Ti prego non dirmi che sai di che si tratta perché non bastano la carezza ad un ragazzino disabile in un incontro pubblico o le relazioni che puoi leggere sull’argomento, stilate con la freddezza dei burocrati, per capire veramente la condizione in cui viviamo. Probabilmente i tuoi tecnici ti diranno che sono tutte balle, che ci sono leggi specifiche come la 104/92… ma cos’altro vogliono questi?! Peccato che il fatto che viviamo anche 17 anni di meno della normale popolazione lo abbia dimostrato un Premio Nobel, Elizabeth Blackburn. Peccato che le leggi vigenti tutelino (e nemmeno bene!) le persone con disabilità e non chi di loro si cura".

Bellini ribadisce quindi quelle che sono le richieste del Coordinamento: "il rispetto dei nostri diritti umani" ricordando che "in Italia ed i Caregiver Familiari vivono per lo più privi di qualsiasi sostegno istituzionale e pertanto non possono accedere al diritto al lavoro, al riposo, alle relazioni sociali, alla realizzazione personale ma, soprattutto, al diritto alla salute, impossibilitati a curarsi per poter curare!".

"Non sarebbe così difficile affrontare questa grave emergenza sociale - evidenzia ancora il Coordinamento - se solo giungessero al Governo informazioni corrette sulla reale situazione dei Caregiver Familiari. Infatti le Istituzioni pubbliche italiane, con l’alibi di una indisponibilità economica che sarebbe minimale rispetto ai benefici sociali che se ne trarrebbero, preferiscono investire nell’allontanamento dall’ambito familiare e nel ricovero delle persone non autosufficienti, soluzione ben più costosa per tutta la collettività".

Sottolineando come "in tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea con l’esclusione della sola Italia, anche in quelli che vivono una situazione economica pesantissima, la figura del Caregiver familiare viene affiancata e sostenuta con leggi specifiche per permettergli di continuare a svolgere la sua importante funzione in condizioni umane accettabili, e quindi per lungo tempo, senza dover invece soccombere alla fatica, e a sostegno di quel Welfare che senza questo impegno crollerebbe inesorabilmente", il Coordinamento denuncia come "ad ulteriore conferma della totale indifferenza nei confronti dei Caregiver Familiari, non è stato previsto il loro inserimento tra le categorie salvaguardate dalla Riforma Previdenziale che, basata sulle prolungate aspettative di vita della popolazione, ha invece incomprensibilmente esteso il loro impegno lavorativo che, non dimentichiamolo, si somma quotidianamente al lavoro di cura svolto per il proprio familiare".

"Tuttavia - prosegue ancora il Coordinamento - ci sono anche molti Caregiver Familiari che invece il lavoro sono stati costretti ad abbandonarlo per garantire quel sostegno assistenziale indispensabile alla sopravvivenza del loro congiunto, colpevolmente ignorato dai servizi che dovrebbero invece supportarlo. In tutto il Paese, infatti vengono erogati a domicilio sostegni minimali, sulla base di parametri incomprensibilmente differenziati sul territorio nazionale, spesso basati sulla patologia dell’assistito invece che sulla misurazione obiettiva del livello di necessità".

"Questo - evidenzia il Coordinamento - trascina molte famiglie gravemente disabili verso un graduale impoverimento, fino alla totale indigenza, potendo disporre unicamente delle sole, minime provvidenze che lo Stato eroga alle persone con disabilità. Provvidenze che – in considerazione delle cifre estremamente esigue e mai sufficienti nemmeno al mantenimento delle condizioni di cura legate alla disabilità ne’ a bonificare veramente quel divario che la nostra Costituzione impone ai legislatori di colmare – sono state addirittura prese di mira per trasformarle, agli occhi delle istituzioni italiane, in reddito ossia in ricchezza disponibile".

"Questa situazione - denuncia ancora il Coordinamento - sempre più gravosa per le Famiglie Caregiver, ormai costantemente sotto il ricatto di veder sottrarre al proprio nucleo affettivo il familiare con disabilità per il ricovero in Istituto – e questo infierire su condizioni di fragilità nel nostro Codice Civile viene definito “stato di schiavitù” alle cui moderne forme ha recentemente fatto riferimento anche Papa Francesco – ci ha costretti quindi alla rinuncia di tutti quei diritti che nel mondo vengono considerati come “fondamentali”".

Bellini ricorda quindi la raccolta firme, che ha finora raccolto decine di migliaia di adesioni, inserita negli atti della Commissione UE per le Petizioni con procedura d’urgenza che ha portato lo scorso 17 Settembre, ad un’audizione del Coordinamento presso la Commissione Petizioni a Bruxelles, che "ha sortito l’impegno a sollecitare il Governo italiano a prendere provvedimenti adeguati".

Da qui la richiesta ad "inserire tra le priorità del tuo Governo la promozione del riconoscimento delle tutele minime per i Caregiver familiari – quali quelle sanitarie, previdenziali ed assistenziali – in considerazione del lavoro di cura di cui quotidianamente ci sobbarchiamo senza soluzione di continuità pur senza accesso a ferie, riposo notturno garantito, festività e nemmeno alla possibilità di ammalarci…".

"Ritieni quindi a tua disposizione - conclude il Coordinamento che resta in attesa di notizie - una delegazione di Caregiver familiari che – compatibilmente con la nostra difficile condizione – faranno di tutto per partecipare personalmente ad un incontro di approfondimento che ti preghiamo di NON estendere a realtà che – pur autoarrogandosi il diritto di rappresentarci – mai hanno nemmeno tentato di abbozzare una seppur minima denuncia della nostra particolare ed impegnativa condizione umana".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza