Emergono altri particolari in merito all'omicidio della giovane Giordana di Stefano, ventenne uccisa a Nicolosi, nel catanese, dall'ex convivente 24enne Antonio Luca Priolo, fermato ieri pomeriggio nei pressi della stazione di Milano prima di prendere un treno per Lugano, in Svizzera. I carabinieri della compagnia di Paternò e del comando provinciale di Catania nelle campagne di Belpasso, vicino a un centro commerciale, hanno infatti trovato i vestiti insanguinati dell'omicida.
La coppia aveva avuto una figlia di 4 anni che viveva con la madre. Il giovane ha confessato dando informazioni utili per fare ritrovare gli indumenti. Non è stata invece ancora recuperata l'arma del delitto, un coltello da caccia, che il 24enne ha detto di aver lanciato nella stessa zona.
Un sms inviato a suo padre con il telefonino di un passante ha permesso ai carabinieri di localizzare con certezza, nella stazione ferroviaria di Milano, la posizione del fuggitivo. Il giovane, come spiegato in conferenza stampa dal procuratore Michelangelo Patanè, voleva tentare la fuga verso la Svizzera, con un treno per Lugano, prima di essere fermato dai carabinieri di Milano ai quali ha ammesso subito le sue colpe.
Il giovane omicida stava per salire sul treno quando ha inviato il messaggio, nel quale chiedeva aiuto scrivendo di essere nei guai, che suo padre ha letto ad alta voce ai carabinieri che lo stavano interrogando. E' cosi' scattata la caccia all'uomo che si è conclusa alla stazione meneghina.
"La sola risposta giudiziaria non è sufficiente per fronteggiare i casi di stalking come in questo caso il processo non è servito da deterrente per l'omicida", ha detto il procuratore di Catania. "Casi come questi sono difficili da fronteggiare perché imprevedibili - ha aggiunto - ci sono sentimenti violenti che scatenano all'improvviso. E non servono eventi che facciano ipotizzare quello che è successo".
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