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Ha diritto alla casa popolare, ma non basta: senzatetto a 71 anni per colpa della burocrazia /Video

09 ottobre 2015 | 15.57
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di Antonietta Ferrante

A 71 anni rischia di trovarsi in mezzo a una strada pur avendo diritto a una casa popolare. Norina Bonsanto da un anno lotta contro lo sfratto chiesto dal proprietario dell'appartamento in cui vive, poco meno di venti metri quadri in via Tagiura, nel quartiere Lorenteggio a Milano. Per tre volte - l'ultima a settembre - ha evitato di dover raccogliere le sue cose, l'11 novembre scatterà il provvedimento esecutivo, dopo anni passati tra Comune e Aler a chiedere quello che le è dovuto.

"Per loro - dice all'Adnkronos - sono solo un numero, una pratica, nessuna considerazione, invece, è importante avere un rapporto umano con le persone" altrimenti il rischio è che si arrivi "a punti di esasperazione, all'idea di farla finita". Una stanza con letto singolo, un piccolo bagno e un cucinino con frigo rotto, una sola lampadina funzionante e la televisione a farle compagnia, questo - insieme al suo amato cane Stellina - è tutto ciò che ha. Un 'buco' da 450 euro, a fronte di una pensione di 600, soldi che la 71enne ha smesso di pagare dopo il no al 'taglio' dell'affitto. Firma davanti a un giudice una conciliazione: accetta di lasciare casa entro il 31 maggio 2014 - a fronte di una rinuncia del proprietario di procedere allo sfratto - rassicurata da chi le promette che avrà un tetto. Da quella data - tra paura e depressione accertata - si sente abbandona. Eppure Norina ha diritto a un'abitazione, ma avere ragione non basta.

L'articolo 14 del regolamento regionale del 2004 stabilisce che le assegnazioni in deroga possono essere al massimo il 25% di quelle totali e per la città di Milano sono già finite quest'anno. "Mi hanno tolto la dignità. Vorrei solo una stanza per poter vivere gli ultimi anni, poter portare il mio cane con me, non dividerci. Perché non lasciarmi la possibilità di vivere ancora un po', in qualche modo? Io di soluzione ne ho una sola: morire, perché non so dove andare", racconta Norina tra le lacrime.

"Se mi avessero dato un appoggio, un aiuto: io pagare voglio, non è che voglio approfittare, io ho la pensione sociale e pago, ci sarà una quota che non sarà mai 450 euro", l'affitto attuale così alto per cui la spesa spesso gliela regalano i vicini. Alla 71enne non resta che continuare la sua lotta. "Si è interessato a me anche Matteo Salvini, mi sono legata davanti al tribunale, ma non è servito a trovare una soluzione".

Il Comune di Milano non rigetta la sua richiesta perché priva di presupposti, ma con una comunicazione "di improcedibilità" si limita a citare una norma regionale di fronte a chi chiede una casa in deroga alla graduatoria ufficiale. Inutile il ricorso di Palazzo Marino al Tar: la Regione Lombardia ha ragione sulle quote di assegnazione degli alloggi Erp in deroga per i casi di emergenza, sentenzia il tribunale.

La prima richiesta di un alloggio popolare è di cinque anni fa, pochi giorni fa il Comune chiede a Norina un'autocertificazione: per errore risulta intestataria di due abitazioni, ma resta il nodo del regolamento regionale. Difficile per lei pensare all'ultimo tentativo di sfratto, la paura è l'emozione che le si dipinge sul volto pallido pensando all'11 novembre. Sentimenti che si intrecciano a una quotidianità difficile: la pensionata deve fare i conti con la depressione, un disturbo "riacutizzatosi nell'ultimo anno" come scrive il medico che l'ha in cura.

"Si sottolinea la vulnerabilità della paziente alle situazioni stressanti di vita che possono condizionare negativamente il suo quadro clinico come ad esempio l'eventualità che possa essere sfrattata dall'abitazione", si legge nella documentazione clinica. "Sono passati anni - ricorda - e alla fine uno non riesce più ad accettare certe ingiustizie, perché queste sono ingiustizie nei riguardi di una persona, io mi sento veramente abbandonata, tranne dal mio avvocato. Quando lei non ha un futuro, non sa dove andare, la vogliono portare in un ospedale, in quelle circostanze cosa decide di fare se non morire?".

L'avvocato - "La signora Norina - spiega il legale Giovanni Di Leo - ha tutti i presupposti per avere un alloggio popolare, purtroppo esiste un regolamento regionale che all'articolo 14 fissa una soglia massima, quindi, il Comune di Milano ha risposto rigettando la sua istanza non perché priva di presupposti, ma perché la sua domanda è improcedibile". In questa situazione l'avvocato sollecita Palazzo Marino, perché "tra poco avrà lo sfratto esecutivo, e serve trovare momentaneamente una sistemazione sperando poi che il Comune le possa dare una casa popolare". Oppure, conclude il legale, "si potrebbe chiedere a un privato che ha su Milano un monolocale, un bilocale, di ospitarla 3-4 mesi affinché si possa analizzare nuovamente la pratica e quindi assegnarle un alloggio popolare".

Le reazioni - "Rispetto alla situazione della signora Norina - dice l'assessore lombardo alla Casa, Fabrizio Sala -, la Giunta regionale lo scorso 25 settembre ha approvato un piano di esclusione di 305 alloggi Erp di proprietà del Comune di Milano da recuperare e destinare a nuove forme di residenzialità prevedendo espressamente quota per l'assegnazioni a famiglie in situazione di emergenza estrema cui sembrerebbe rientrate il caso della signora Norina". A tal proposito, aggiunge "i servizi sociali comunali, accertato lo stato di bisogno della signora, potrebbero contattare l'ufficiale giudiziario per ottenere una ulteriore proroga dello sfratto, al fine di consentire al Comune l'individuazione di una soluzione abitativa adeguata".

"Aiuteremo la signora Norina: quando abbiamo un'emergenza non abbandoniamo nessuno e ce ne facciamo carico", dice l'assessore alla Casa del Comune di Milano, Daniela Benelli. "Sono certa che di concerto con i servizi sociali riusciremo a trovare una sistemazione momentanea, prima di una soluzione definitiva con l'assegnazione di un alloggio", rassicura. "A Milano c'è un'emergenza abitativa importante sono tanti, ogni inquilino ha la sua storia, e di fronte al diritto alla casa ci si scontra con una carenza di alloggi". Così Francesco Leopaldi, segretario Sunia Milano. "La strada da fare in tema di diritto alla casa resta un'emergenza che segna tristemente la vita delle persone".

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