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Ricerca: Gentiloni, essere aperti al mondo e avere ruolo internazionale

13 ottobre 2015 | 13.34
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Ricerca: Gentiloni, essere aperti al mondo e avere ruolo internazionale

Nell'ambito della ricerca e della scienza è necessario essere aperti al mondo e fare in modo di avere un ruolo internazionale. Ne è convinto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, intervenuto alla Farnesina alla riunione degli Addetti Scientifici, insieme, tra l'altro, al ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini. "Quando rivendichiamo il fatto che il nostro Paese è una grande potenza sul piano culturale - ha spiegato - dobbiamo abituarci sempre più a dirlo non soltanto per quello che riguarda la cultura intesa come il patrimonio, l'eredità del passato, che certamente coltiviamo e di cui certamente siamo orgogliosi"

"Ma il discorso del ruolo dell'Italia in campo culturale - ha sottolineato il capo della diplomazia italiana - non è un discorso proiettato solo all'indietro", riguarda anche "il futuro e quindi i campi della scienza, della ricerca, dell'innovazione". E' anche necessario rendersi conto, ha affermato, "nel campo della ricerca e della scienza come in tutti i campi della nostra attività che o accettiamo l'idea di essere in un mondo ormai diverso in cui non esistono particolari recinti e barriere, ma esiste una circolazione, uno scambio delle conoscenze, delle economie, del know how, delle persone, che è il mondo per il quale abbiamo lavorato".

Una "straordinaria" possibilità di circolazione e di apertura che ora che si realizza, ha aggiunto, "anche se in un mondo complicatissimo, non dobbiamo vederla come una preoccupazione, un rischio rispetto al quale preoccuparsi solo di trattenere le energie nel nostro campo e chiudersi verso l'esterno".

"Dobbiamo - ha chiarito il titolare della Farnesina - fare il contrario: essere aperti al mondo perché abbiamo bisogno di maggiori presenze internazionali nel nostro sistema dell'università, della ricerca ed essere presenti nel mondo perché abbiamo bisogno che il nostro mondo della ricerca, dell'università, della scienza abbia un ruolo, un'influenza, una presenza internazionale". E' quindi necessario uno "sforzo per connettere il più possibile i nostri ricercatori italiani all'estero con il sistema Paese".

Oltre a ribadire "l'importanza ed il ruolo della scienza e della ricerca nelle relazioni internazionali", Gentiloni ha anche ricordato che "noi ovviamente cerchiamo di dare una particolare priorità, un particolare impegno anche all'attività della nostra 'diplomazia scientifica' anche nelle aree, nei territori, nelle regioni che oggi sono al centro della nostra diplomazia, della nostra attività come Paese in generale".

E proprio l'area del Mediterraneo, del Medio Oriente, dell'Africa "verso la quale l'Italia è proiettata oltre ad essere un'area caratterizzata da tensioni, conflitti, minacce, grandi problemi emergenti, come quello dell'intensificarsi dei flussi migratori, è anche un'area di straordinarie opportunità per il Paese". Il nostro Paese, ha aggiunto il ministro, "è il quarto partner economico della regione Mediterranea, dopo Stati Uniti, Germania e Cina".

Da parte sua, il ministro dell'Istruzione e Ricerca Giannini ha affermato che "sulle singole azioni siamo tutti d'accordo che non da ora l'Italia ha le sue eccellenze e la sua possibilità di affermarsi con esse nel mondo, forse una visione strategica che faccia sì che la ricerca sia un segmento fondamentale della politica del Paese e della politica estera del Paese è un elemento di novità". Tra le priorità indicate da Giannini ci sono, tra l'altro, l'internazionalizzazione, l'investimento sul capitale umano e le infrastrutture.

Oltre a parlare di "quality spending" e del rapporto "tra investimenti pubblici ed investimenti privati", il ministro ha anche ribadito che una delle priorità è il Sud. "Il nostro Paese - ha spiegato - ha squilibri e disuguaglianze anche nel campo della ricerca scientifica, non perché al Sud manchino centri di eccellenza, non perché manchi una comunità di giovani talenti".

Per rafforzare la cooperazione scientifica e tecnologica con i diversi Paesi e con le organizzazioni internazionali il ministero degli Esteri può contare su 25 addetti scientifici accreditati presso ambasciate, consolati e rappresentanze permanenti all'estero. Si tratta di esperti, provenienti da istituzioni, università ed enti di ricerca.

Gli addetti scientifici operano nei Paesi altamente industrializzati, in quelli emergenti a più alto tasso di innovazione e presso alcune sedi multilaterali, per valorizzare la ricerca scientifica italiana e per sostenere le imprese che operano in settori di tecnologia avanzata.

Agli addetti scientifici si affiancano due Addetti per le questioni spaziali, distaccati dall'Agenzia spaziale italiana presso l'ambasciata italiana a Washington e la Rappresentanza permanente presso l'Unione europea a Bruxelles. Il loro compito è rafforzare l'azione dell'Italia nel settore dello spazio.

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