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Sindaco M5S di Bagheria: "Vento è cambiato, riscossa antimafia parte da qui"

02 novembre 2015 | 16.59
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Patrizio Cinque (M5S) - sindaco di Bagheria
Patrizio Cinque (M5S) - sindaco di Bagheria

"Il vento è cambiato, in questa città l'onestà sta tornando di moda. Sul corso principale di Bagheria abbiamo affisso un cartello con la celebre frase di Peppino Impastato: 'la mafia è una montagna di merda'. Ecco, noi quella montagna la stiamo abbattendo". Così il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, eletto nelle file del M5S, commenta all'Adnkronos la pioggia di arresti nata dalla rivolta degli imprenditori contro il pizzo. La retata anti-racket "dà nuova linfa, infonde coraggio - dice il primo cittadino - Il pizzo lo pagano non solo a Bagheria, ma a Palermo e in tantissime altre città, siciliane e non solo. Ma qui la denuncia è scattata perché c'è voglia di cambiamento, la stessa voglia che ha portato al governo della città il M5S". Il giovane sindaco grillino conosce molti degli imprenditori che hanno sporto denuncia provocando il terremoto di arresti di oggi. "Collaboro con loro - spiega - con alcuni stiamo lavorando, assieme all'associazione 'Liberofuturo', a uno sportello anti-racket che sorgerà presto in una struttura confiscata alla mafia".

"Sapevo che prima o poi ci sarebbero stati questi arresti - dice -commercianti e imprenditori sanno bene, come il resto della cittadinanza, che l'amministrazione comunale è al loro fianco, hanno il massimo sostegno. Noi siamo i primi, del resto, a denunciare: i rapporti con Polizia e carabinieri sono continui, improntati alla voglia di cambiamento". Tra le denunce sporte dall'amministrazione guidata da Cinque, una in particolare mette i brividi: "Bernardo Provenzano ha abitato per un periodo in una casa popolare di Bagheria - racconta il sindaco - senza che il Comune se ne accorgesse o, magari, volesse rendersene conto. Noi abbiamo girato tutte le informazioni del caso ai carabinieri". "La mafia - dice Cinque - è dappertutto e da sempre tenta di infiltrarsi nei Palazzi. Noi stiamo piantando paletti e mettendo al riparo gli uffici più 'sensibili'. Credo che molti imprenditori della nostra città sappiano che l'amministrazione di Bagheria è impermeabile alla mafia, in controtendenza con quanto un tempo accadeva qui, comprese le passeggiate sul corso di ex sindaci con personaggi poco raccomandabili e finiti più volte in manette".

La riscossa del Comune contro la mafia si gioca soprattutto su due fronti, su due obiettivi sensibili: il cimitero della città e i rifiuti. Sul camposanto cittadino c'è stato uno scandalo che ha portato alla sfiducia dell'ex sindaco, "così ora abbiamo attivato controlli stringenti - spiega Cinque - e preteso, per le imprese che lavorano nel cimitero, il certificato antimafia. Abbiamo girato tutte le informazioni di cui eravamo a conoscenza alle forze dell'ordine, denunciando chi di dovere e chiedendo l'apertura di indagini". Sul fronte rifiuti, "ci siamo sganciati dal consorzio che li gestiva, quel Coinres finito più volte negli atti della commissione parlamentare antimafia. Siamo dunque passati alla gestione diretta dei rifiuti da parte del Comune, tagliando le gambe a ogni forma di infiltrazione". Ma amministrare Bagheria "non è semplice. Certo, notizie come quelle di oggi - dice il sindaco - ti danno la spinta a dare il massimo, a fare meglio". Ciò non toglie "che abbiamo ereditato una realtà difficile, con un dissesto di 45 milioni di euro. Ma andiamo avanti, convinti che l'onestà, pian piano, stia tornando di moda. Del resto Bagheria faceva parte del cosiddetto triangolo della morte, la notizia degli arresti di oggi prova che la riscossa parte da qui".

Con un fronte comune di cui fanno parte "cittadini e forze dell'ordine. All'inizio, soprattutto in campagna elettorale e subito dopo, abbiamo avuto problemi, minacce comprese". A generare guai "soprattutto la gestione dei rifiuti. Ma non ci siamo sentiti mai soli, perché i cittadini onesti sono la stragrande maggioranza, i disonesti una piccola parte da emarginare. E i cittadini di Bagheria ci hanno votato perché volevano il cambiamento". "Ma le istituzioni politiche continuano a restare lontane - denuncia - e mi fa specie e rabbia vedere i partiti, in primis il Pd, riempirsi la bocca per quanto avvenuto a Bagheria oggi. Dov'erano fino a ieri? Noi la mafia qui la combattiamo ogni giorno, con le forze dell'ordine in prima linea. E con i cartelli affissi sul corso, perché anche i simboli e le parole servono a contrastarla: la mafia è una montagna di merda, è importante poterlo scrivere, leggere e proclamare a voce alta. Bagheria non ha più paura di farlo".

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