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Pay tv con decoder pirata: 9 denunce, perquisizioni e sequestri

20 novembre 2015 | 10.39
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Novantadue perquisizioni e sequestri in Trentino Alto Adige, Lazio, Abruzzo, Veneto e Calabria da parte degli uomini del comando provinciale della guardia di finanza di Trento, in collaborazione con diversi reparti del Corpo, contro un'organizzazione dedita alla frode del 'card sharing' ossia la condivisione illecita, attraverso la rete, dei servizi di alcune tra le maggiori piattaforme televisive a pagamento, nonché dei loro numerosissimi clienti. L'operazione, soprannominata 'Web pirates' ha permesso di denunciare i nove componenti dell'associazione a delinquere e di identificare e segnalare 83 clienti, destinatari delle perquisizioni.

L’indagine, durata circa un anno, è scaturita da un’attività di monitoraggio del web condotta dall’unità di ricerca informativa del comando provinciale di Trento ed è stata coordinata dalla procura distrettuale della Repubblica di Trento. Sono stati sequestrati numerosi decoder e apparati informatici, decine di hard disk, utilizzati sia dagli associati sia dai clienti.

Ad Avezzano (L'Aquila), le fiamme gialle trentine hanno individuato e sottoposto a sequestro un’evoluta postazione informatica connessa alla rete che costituiva la base operativa da dove venivano decodificati i segnali audiovisivi protetti e trasmessi in tempo reale via web ai clienti, attraverso alcuni server di “appoggio” altamente performanti situati all’estero.

A fronte di un canone mensile, l’organizzazione forniva ai clienti le keys digitali di accesso ai server esteri, necessarie per leggere in chiaro tutti programmi televisivi a pacchetto e pay per view di alcune tra le maggiori società di settore attraverso apparati in gran parte forniti dalla stessa organizzazione e già modificati per la ricezione delle trasmissioni over internet protocol.

Il servizio offerto dall’organizzazione, in piena distorsione del mercato di settore, comprendeva la totalità dei pacchetti e programmi televisivi forniti a pagamento dall’emittente televisiva, con un risparmio che arrivava anche all’80% del listino ufficiale, a cui si affiancava un’assistenza h24, 7 giorni su 7, sia on-line (telefonica ed in remoto via internet), sia a domicilio, nei casi in cui risultava necessario intervenire di persona sull’apparecchio di ricezione modificato.

Dalle indagini è emerso che l'organizzazione rivendicava, nel tempo, alcune centinaia di clienti in tutta Italia, tra cui gli attuali destinatari dei provvedimenti di perquisizione emessi dall’autorità giudiziaria di Trento, individuati anche attraverso diversi accertamenti finanziari su carte prepagate e conti correnti. Il danno al mercato di settore può essere stimato in circa un milione di euro, con un conseguente danno per l’erario derivante dal mancato introito della relativa tassazione fiscale.

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