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La crisi fa fuggire gli italiani, espatriati raddoppiati in 7 anni

04 dicembre 2015 | 10.32
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(foto Infophoto) - INFOPHOTO
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La crisi economica sta facendo fuggire gli italiani. L’emigrazione dal nostro paese verso l'estero ha subito una netta accelerazione: tra il 2007 e il 2014, infatti, il numero di espatriati è più che raddoppiato, passando dai 51.113 ai 136.328, valore più alto mai registrato dagli anni ’70 a oggi. E' quanto emerge dal 49esimo Rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale del Paese, presentato oggi a Roma.

Se nel 2007 ogni dieci iscritti dall’estero vi era una persona che lasciava l’Italia, con un saldo di 476.010 persone che rimanevano nel nostro Paese, nel 2014 il rapporto è di una cancellazione ogni due nuove iscrizioni, con un saldo di 141.303 iscritti. Una disaffezione per il nostro Paese - osserva il Censis - che riguarda tanto gli italiani quanto gli stranieri, accomunati da una subentrata incapacità di vedere il proprio futuro in Italia, che li porta a mettere (o rimettere) la propria vita in gioco e tentare la fortuna all’estero.

Negli anni della crisi il numero degli italiani espatriati ha registrato una crescita del 124,8%, incessante e continuata, con un totale di 88.859 persone cancellate nel 2014 a fronte delle 39.536 del 2008. Per gli stranieri l’aumento è del 114,5%, con 47.469 cancellazioni nel 2014 a fronte delle 22.135 di sette anni prima.

Ma chi sono e dove vanno gli italiani che si trasferiscono all’estero? Nella maggior parte dei casi (il 51,6%, pari a 42.342 persone) si tratta di giovani tra i 18 e i 39 anni, che si trovano, quindi, tra la fase conclusiva della formazione e l’età dell’inserimento e della stabilizzazione lavorativa. Gli uomini (57,6%) prevalgono sulle donne e il 30,6% è in possesso di una laurea.

Non stupisce che oltre due italiani su tre (il 71,7%), interrogati sull’opportunità che i nostri giovani si trasferiscano all’estero, rispondono che è un bene farlo, almeno per un periodo (36,1%) o addirittura per sempre (35,6%).

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