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Napoli: si torna a sparare, 25enne ucciso a Miano/Scheda

09 dicembre 2015 | 20.33
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(Infophoto) - INFOPHOTO
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Si torna a sparare e a uccidere nelle strade di Napoli. L'ultima vittima è un 25enne, Vincenzo Di Napoli, pregiudicato, raggiunto da colpi di arma da fuoco in via Miano, periferia nord della città. Il giovane è stato trovato riverso a terra in strada; all'arrivo dell'ambulanza che lo avrebbe dovuto trasportare in ospedale era già morto. La Polizia indaga per ricostruire la dinamica dell'accaduto e il contesto nel quale è maturato l'omicidio.

Si tratta dell'ultimo, in ordine di tempo, di una lunga serie di delitti che hanno segnato le cronache di Napoli nel 2015 che sta per concludersi. Lo scorso 18 novembre un 58enne, Vincenzo Allocco, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nel quartiere Secondigliano. Allocco, pluripregiudicato, era stato in passato vicino a un clan camorristico della zona.

Il 23 ottobre ha perso la vita Raffaele Stravato, 39enne, ucciso nel quartiere Marianella, sempre nella zona nord di Napoli. Il cadavere fu trovato all'interno del cortile di uno stabile in via dell'Abbondanza. L'uomo viveva poco distante dal luogo dell'omicidio. Stravato aveva diversi precedenti penali per rapina e stupefacenti.

Nella notte tra il 16 e il 17 ottobre è stato ucciso a colpi di arma da fuoco Domenico Aporta, 24 anni, precedenti per rapina e stupefacenti e, secondo gli investigatori, da ritenere legato al gruppo camorristico dei Vinella Grassi. Ferito anche il fratello, Mariano, 20 anni, incensurato, colpito a un braccio da un colpo d'arma da fuoco.

Molti i delitti avvenuti nel contesto della criminalità organizzata. Lo scorso 10 ottobre, nel rione Conocal di Ponticelli, è stata uccisa Nunzia D'Amico, sorella di esponenti apicali del clan camorristico D'Amico e lei stessa, secondo gli investigatori, con un ruolo di prim'ordine nella gerarchia del clan.

Si è sparato anche nel quartiere Forcella, nel cuore del centro storico della città. Lo scorso 7 ottobre personale della Squadra mobile della Questura di Napoli ha eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea a carico di 11 persone ritenute appartenenti al gruppo camorristico facente capo alla famiglia Buonerba, detti "i capelloni", storicamente legata alla famiglia Mazzarella.

Anche qui le indagini si sono concentrate su una faida tra clan, quelli dei Buonerba e quello facente capo alle famiglie Sibillo, Giuliano, Brunetti e Amirante, colpite lo scorso 9 giugno da un provvedimento cautelare emesso a carico di 64 persone. Le indagini hanno permesso di far luce sull'omicidiodi Salvatore D'Alpino, avvenuto lo scorso 30 luglio in piazza Mancini, nei pressi di una pizzeria poco distante dalla stazione centrale; tra i destinatari del decreto di fermo figurano infatti Emilia Sibillo e Gennaro Buonerba, ritenuti i mandanti dell'omicidio, e Assunta Buonerba e Luigi Scafaro, ritenuti gli "specchiettisti" che segnalarono ai killer il bersaglio dell'agguato.

Qualche giorno prima un giovane di 20 anni, Emanuele Sibillo, era stato ucciso in via Oronzio Costa; appena un giorno prima, nella stessa strada del quartiere Forcella, erano stati esplosi colpi di arma da fuoco in direzione della veranda di un'abitazione posta al piano terra di un edificio, mentre due notti prima tre minorenni erano rimasti feriti da colpi di arma da fuoco.

Il quartiere Sanità è stato teatro dell'omicidio che più di tutti ha fatto scalpore e ha coinvolto opinione pubblica e istituzioni: quello di Gennaro Cesarano, 17 anni, ucciso poco prima delle 5 di mattina del 6 settembre scorso in piazza Sanità. Su dinamica e contesto nel quale è maturato l'agguato, e se il 17enne fosse o meno l'obiettivo dei killer, si sta ancora indagando. Nei giorni seguenti si sono svolte fiaccolate nel quartiere e una vasta partecipazione di gente del quartiere si è registrata ai funerali, svolti il 9 settembre nella chiesa di Santa Maria della Sanità.

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