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Ricerca: orologi e plantari hi tech per monitorare malati Parkinson

09 dicembre 2015 | 20.24
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Ricerca: orologi e plantari hi tech per monitorare malati Parkinson

Tecnologia amica dei malati di Parkinson. Nell'era in cui impazzano le app per la salute, i camici bianchi puntano sugli ultimi ritrovati hi tech per monitorare a distanza i loro pazienti, 24 ore su 24, a domicilio. Una spinta alla rivoluzione tecnologica arriva dall'Italia, in prima linea nell'esplorazione di questa nuova frontiera della telemedicina. L'idea che gli scienziati stanno sviluppando è di 'votare alla causa' prodotti già esistenti: moderni orologi e fascette in grado di monitorare più parametri tra cui il numero di passi mossi nella giornata, plantari dotati di sensori che 'fotografano' i movimenti, applicazioni per tablet che permettono di mantenere 'allenato' il cervello e strumenti di comunicazione per mantenere un filo diretto con i medici.

Ai sistemi attualmente in uso per vigilare sui pazienti è stata dedicata una sessione speciale del XXI Congresso mondiale sulla malattia di Parkinson e disturbi correlati che si è concluso oggi a Milano.

"Gli orologi e le fascette che monitorano l'attività quotidiana già di per sé rappresentano uno strumento importante perché ci consentono di verificare quanto i nostri pazienti si muovono al di là di quello che ci viene detto durante la visita nei nostri ambulatori - spiega all'AdnKronos Salute Angelo Antonini, presidente del Congresso milanese e direttore del Centro per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento all'Irccs Ospedale San Camillo di Venezia - Ma il vantaggio è duplice: avere uno strumento per un monitoraggio continuativo domiciliare che permetta di verificare in concreto e in tempo reale l'efficacia di cambiamenti terapeutici nei pazienti, ma anche la possibilità di comunicare con loro prevenendo eventuali problemi".

Su questo fronte, continua Antonini, "il mio centro ha ricevuto fondi, attraverso un progetto europeo che prevedeva un finanziamento sopra i 5 milioni di euro, per poter utilizzare tecnologie già esistenti, combinarle e creare un sistema di monitoraggio semplice da usare a domicilio, che sarà a disposizione anche di altri medici terminata la fase sperimentale. Un sistema che ci darà regolarmente risposte sulla motilità dei malati e ci consentirà di stimolarne il movimento e le funzioni cognitive, con un risvolto anche riabilitativo".

Il paziente così "si sente più seguito e in un certo senso avrà riscontro lui stesso di quanto si è mosso e come ha camminato - sottolinea il neurologo - Noi stiamo utilizzando, tra i vari strumenti, una soletta personalizzata con la misura del piede del paziente, che va infilata nella scarpa ed è dotata di sensori che ci fanno vedere come cammina e come carica il peso da una gamba all'altra. Da dati preliminari abbiamo la conferma che chi soffre di Parkinson per esempio cammina con una certa asimmetria e tende a spostare il peso sulla parte anteriore del piede, mettendosi a rischio di cadute", una delle complicazioni principali della malattia che comporta fratture e lunghi periodi di immobilità.

"Siamo convinti - assicura Antonini - che potendo mostrare al paziente come cammina e correggendolo anche a distanza, potremo seguire direttamente i suoi cambiamenti, incoraggiarlo con messaggi istantanei e attraverso sistemi di allarme avvisarlo che sta camminando in maniera anormale, dandogli dei feedback e degli stimoli per correggere la deambulazione". Il quadro è completato dagli orologi e da "giochi per tablet che stimolano le funzioni cognitive. La fase pilota su questo sistema - conclude Antonini - ha coinvolto 50 pazienti, ma nello studio vero e proprio che partirà nella seconda metà del 2016 coinvolgeremo 250 pazienti in tutta Italia per un periodo di circa un mese e avremo modo di verificare anche come queste tecnologie vengono accettate".

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