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'Ndrangheta, traffico di droga dalla Calabria a Roma. Boss dirigeva spaccio dal carcere /Video

15 dicembre 2015 | 11.38
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Un’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta è in corso tra il Lazio e la Calabria: 9 le persone alle quali stanno notificando un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Nel corso delle indagini è stato scoperto un traffico di droga che giungeva dalla Calabria per essere poi immessa nelle piazze di spaccio della periferia Est della Capitale. E a dirigere gli affari criminali era un boss, detenuto in carcere.

Numerose le perquisizioni e i sequestri di beni nei comuni di Roma, Tivoli, Guidonia Montecelio, Castelnuovo di Porto, Africo Nuovo (Rc) e Bovalino (Rc). Per quattro dei 9 indagati destinatari delle misure cautelari, tutti di nazionalità italiana, l’accusa è di far parte, a vario titolo, di un’associazione per delinquere operante nella provincia di Roma, finalizzata allo spaccio di stupefacenti, provenienti dalla Calabria, con l’aggravante della disponibilità delle armi, dell’impiego di minorenni nell’attività di spaccio e di aver agevolato l’attività della “’ndrangheta” con articolazioni operanti in Calabria e nel Lazio per il controllo delle attività illecite sul territorio.

A capo dell’associazione, un 34enne, originario di San Luca (Rc), contiguo alla cosca della “‘ndrangheta Nirta – Romeo – Giorgi”, cui è stata anche contestata l’intestazione fittizia di attività commerciali. Le nove persone, a cui i carabinieri stanno notificando l’ordinanza di custodia cautelare, sette in carcere e due agli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono otto uomini ed una donna. Per quattro di loro, tutti italiani, l’accusa è di far parte a vario titolo di un’associazione per delinquere attiva nella provincia di Roma, finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti provenienti dalla Calabria, con l’aggravante della disponibilità delle armi, dell’impiego di minorenni nell’attività di spaccio e di aver agevolato l’attività della “’ndrangheta” con articolazioni in Calabria e nel Lazio per il controllo delle attività illecite sul territorio.

Per altri due destinatari della misura cautelare, un italiano ed un albanese, l’accusa invece è quella di sequestro di persona a scopo di estorsione nei confronti di un italiano che è stato rinchiuso in un garage, picchiato e minacciato di morte poiché accusato di essersi fatto sottrarre 4 chili di eroina durante il trasporto in Puglia per la cessione ad un gruppo di criminali albanesi. A tutti i destinatari delle misure cautelari sono invece contestati i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

La lunga ed articolata indagine che ha portato all’esecuzione dei numerosi provvedimenti restrittivi è stata avviata dai carabinieri della compagnia di Tivoli indagando sulle “influenze” che alcuni cittadini calabresi, legati alla 'ndrangheta, esercitavano sul traffico di stupefacenti nel territorio dell’area Tiburtina e della periferia est della Capitale. Proprio due calabresi, nel cuore della Locride, gestivano un ingente traffico di cocaina, eroina ed hashish che giungeva dalla Calabria per essere poi immessa nelle piazze di spaccio della periferia Est della Capitale. Non solo. I militari hanno anche scoperto che, dal carcere, un boss dirigeva il traffico di droga. D urante le indagini infatti sono emersi "pizzini”, manoscritti da un boss della 'ndrangheta, detenuto in carcere, con le “istruzioni” su come l’organizzazione dovesse muoversi nella gestione dei traffici illeciti.

L’analisi di tali manoscritti ha consentito agli investigatori di proseguire nelle indagini fino a ricostruire l’organigramma dell’associazione gestita dai calabresi, che prima importavano lo stupefacente dalla loro terra d’origine e, successivamente, la cedevano a diversi gruppi organizzati dell’area tiburtina per lo spaccio al “dettaglio”, riportando gran parte dei proventi dell’attività illecita in Calabria. Durante le indagini è stato inoltre trovato nel Comune di Tivoli, all’interno del garage di uno dei membri dell’organizzazione, il deposito in cui erano custodite le armi nella disponibilità del sodalizio criminale. Sempre oggi un'altra operazione contro la 'ndrangheta è stata messa a segno dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria.

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