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Uranio, morto militare che ricompose le salme di Nassiriya: è la 321ma vittima

23 dicembre 2015 | 18.22
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Militari italiani a Nassiriya (Immagine di repertorio /Iberpress)
Militari italiani a Nassiriya (Immagine di repertorio /Iberpress)

Quel maledetto 12 novembre del 2003 fu tra i militari dei reparti speciali che si occuparono di ricomporre e preparare i corpi dilaniati dei suoi colleghi morti nell'attentato di Nassiriya, in modo da restituire le salme ai parenti dei caduti: Gianluca Danise è morto ieri sera "per quel terribile cancro causato dall’esposizione all’uranio impoverito", denuncia l'Osservatorio Militare, aggiornando il conto delle vittime, giunto a quota 321.

Veterano di tante operazioni all'estero, Gianluca "è stato l’unico militare malato a causa dell’uranio impoverito che ha ricevuto una telefonata personale dal Ministro Della Difesa. Gianluca non ha mai smesso di credere nei valori di un soldato pur capendo che non sono gli stessi dei Generali che avrebbero dovuto tutelarlo". Lascia la moglie Stefania e la piccola Marjan di un solo anno di vita. "Umiliato ed offeso dalle istituzioni, Gianluca non è riuscito neanche ad ottenere il diritto alla sua pensione giustamente maturata", sottolinea Domenico Leggiero, coordinatore dell'Osservatorio Militare.

Danise "ha voluto lasciare anche un pensiero agli altri 5 commilitoni che, come lui, si stanno preparando a lasciarci, anche loro, per quel terribile cancro causato dall’esposizione all’uranio impoverito le cui responsabilità, quelle sì, resteranno l’ennesimo mistero di un’Italia degna di uomini come Gianluca ma anche ricca di misteri -conclude l'Osservatorio Militare- che ne offendono la storia".

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