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Matrimoni combinati per avere permessi di soggiorno, stranieri pagavano 10mila euro

12 gennaio 2016 | 07.23
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Era siriano il capo dell'organizzazione sgominata dai carabinieri del gruppo di Frascati e della compagnia di Pomezia nell'operazione Magna Grecia, che ha portato alla luce i matrimoni combinati per fare ottenere a stranieri provenienti dal Medio Oriente permessi di soggiorno. Nell'organizzazione c'erano anche egiziani. Dalle indagini, secondo quanto hanno spiegato gli investigatori in conferenza stampa, è emerso che la frontiera tra la Grecia e la Turchia, area dove si concentrano le rotte di immigrazione terrestre, costituisce un varco di facile accesso alla Comunità europea.

La cifra che gli stranieri pagavano per i matrimoni combinati era di diecimila euro. Le donne, che si prestavano al gioco, venivano invece pagate 500 euro. Il giro d'affari dell'organizzazione è stimato in 300mila euro in tre mesi ma le cifre sono sicuramente superiori. In alcuni casi i viaggi sono andati a vuoto, magari per l'uso di documenti d'identità grossolanamente falsificati. In questi casi le donne non sono state pagate. Dalle intercettazioni è emerso che alcune donne sposate con stranieri stavano già avviando le pratiche del divorzio per potersi sposare nuovamente e guadagnare altri soldi. I dati raccolti, hanno spiegato gli investigatori nel corso della conferenza stampa, sono stati condivisi con altre forze di polizia per gli aspetti connessi alla sicurezza.

Il meccanismo, messo in atto dall'organizzazione, si svolgeva in varie fasi. Il capo dell'organizzazione, 43 anni, già arrestato nel 2011, reclutava in Italia donne in difficoltà economica di età compresa tra i 20 e i 40 anni e le inviava in Grecia. Lì le donne, che spesso avevano anche una famiglia in Italia, incontravano gli stranieri. In alcuni casi le donne si fingevano fidanzate degli stranieri, che venivano dotati di documenti falsi, e li aiutavano a entrare in Italia.

In altri casi invece la 'coppia' veniva portata in Egitto dove si celebrava poi il matrimonio. L'unione, una volta registrata in Italia, attraverso la procedura per il ricongiungimento familiare, permetteva allo straniero di ottenere i documenti per rimanere in Italia. Sono stati accertati due matrimoni e due tentativi di matrimonio non andati a buon fine.

Il 43enne organizzava i matrimoni e svolgeva tutte le pratiche amministrative e si avvaleva della collaborazione di un siriano di 25 anni, che era una sorta di factotum: portava le persone in aeroporto e pagava le donne. Gli stranieri per il pagamento utilizzavano invece carte prepagate. I viaggi venivano organizzati soprattutto in aereo ma in alcuni casi si preferiva la nave per i minori controlli a cui erano sottoposti gli stranieri.

Le indagini, coordinate dalla procura di Velletri, anche attraverso attività tecniche, hanno portato all'emissione di 18 misure cautelari nei confronti di otto uomini e dieci donne. Si tratta di 13 italiani e cinque stranieri provenienti dalla Siria, dal Marocco e dalla Romania. Quattordici persone sono accusate di aver avviato attività volta al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla permanenza sul territorio italiano di stranieri.

Per cinque persone invece l'accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti. Una donna è infatti accusata sia di favoreggiamento che di spaccio: si tratta dell'anello di congiunzione tra le due attività illecite.

"L'operazione - ha spiegato il comandante del Reparto Operativo del comando provinciale dei carabinieri di Roma Giuseppe Donnarumma - corona il lavoro del Gruppo carabinieri di Frascati e della compagnia di Pomezia. L'attività di indagine, cominciata un anno e mezzo fa, si è sviluppata dallo spaccio di stupefacenti sul litorale e in particolare ad Ardea, a Torvajanica e Anzio, per arrivare poi al favoreggiamento dell'immigrazione, colpendo quindi un'organizzazione molto più insidiosa".

Questa mattina nel corso dell'esecuzione delle misure cautelari sono stati sequestrati 11 kg di marijuana e due di hashish, oltre ad alcune armi improprie. Gli arrestati sono stati portati nel carcere di Velletri. Nell'operazione sono stati impiegati circa 150 carabinieri del comando provinciale di Roma.

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