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Disabili senza cibo e in catene, chiuso centro d'accoglienza a Licata

18 gennaio 2016 | 14.15
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Immagine di repertorio (Fotogramma)  - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Legati al letto, privati del cibo e sottoposti a maltrattamenti di natura fisica e psicologica in un centro di accoglienza per disabili di Licata, in provincia di Agrigento. A scoprire quanto avveniva nella struttura sono stati i carabinieri, diretti dal capitano Marco Currao, che stamattina hanno dato esecuzione a otto provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti soggetti. Agli arresti domiciliari è finita la responsabile del Centro di 32 anni. Tre i divieti di dimora nel territorio di Licata e quattro le denunce a piede libero. Gli indagati sono tutti impiegati all'interno della struttura. Indagato anche il presidente del consiglio comunale di Favara e amministratore unico della 'Suami società cooperativa sociale', società a cui fa capo il centro di Licata.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Agrigento Alessandro Macaluso, sono iniziate nel dicembre del 2014, e hanno preso il via dalla segnalazione, fatta ai carabinieri da parte di un'insegnante che aveva visto arrivare a scuola un'alunna, ospite della struttura, con lividi sospetti. I carabinieri di Licata hanno così avviato un'intensa attività investigativa, che ha permesso di scoprire "ripetute violenze fisiche e psichiche da parte di quella che - sottolinea all'Adnkronos il capitano Currao - avrebbe dovuto essere una comunità di accoglienza".

I minori disabili ospiti del centro venivano sottoposti quasi quotidianamente a punizioni e privazioni che andavano dal digiuno al divieto di chiamare i familiari, fino all'essere rinchiusi all'interno delle stanze. Uno di loro veniva legato, giorno e notte, con catene al suo letto. Gli ospiti erano anche costretti a mangiare cibo scaduto e mal conservato e i carabinieri hanno accertato che dentro il centro veniva utilizzata acqua contaminata da batteri coliformi.

"In Parlamento fermo da troppo tempo il mio ddl con pene più severe per chi maltratta persone #disabili" ricorda il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenendo su Twitter sugli orrori scoperti a Licata. "Disumano quanto avvenuto a #Licata", stigmatizza Lorenzin.

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