"Nel 2005 mi candidai a guidare la Procura nazionale antimafia, ma mi venne scaricata addosso una leggina 'contra personam', che poi è stata dichiarata anticostituzionale. Ma è passata e io venni estromesso dal concorso a cui avevo diritto di partecipare, perché, come è stato anche scritto perché, dovevo pagare il processo Andreotti. E' stata una legge contro tutti i magistrati che vogliono fare il loro dovere senza inchinarsi a nessuno". E' lo sfogo dell'ex Procuratore capo di Palermo, Gian Carlo Caselli, durante la deposizione al processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Nel 2005 venne poi eletto l'attuale Presidente del Senato, Pietro Grasso, ex Procuratore capo di Palermo.
Caselli, ripercorrendo la sua lunga carriera di magistrato, ha ricordato il periodo in cui si era candidati, dopo avere lasciato la Procura di Palermo, alla Direzione nazionale antimafia. "Dal 1986 al 1990 venni eletto al Csm, e in quel periodo mi occupai di molti 'casi' Palermo, dalla nomina di Borsellino a Procuratore Marsala alla mancata nomina di Giovanni Falcone a capo dei giudici istruttori di Palermo. Io, orgogliosamente, rivendico di avere sempre votato a favore di Falcone e Borsellino".