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Papa Francesco: "Liberare i poveri dall'oppressione"

24 gennaio 2016 | 13.35
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Papa Francesco (Afp) - AFP
Papa Francesco (Afp) - AFP

Essere cristiano e missionario è la stessa cosa. Papa Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini arrivati in piazza San Pietro da ogni parte del mondo per il consueto appuntamento domenicale. E indica la missione del buon cristiano: evangelizzare i poveri, liberarli dall'oppressione.

"Evangelizzare i poveri: questa è la missione di Gesù; questa è anche la missione della Chiesa, - ammonisce il Papa - e di ogni battezzato nella Chiesa. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa. Annunciare il Vangelo, con la parola e, prima ancora, con la vita, è la finalità principale della comunità cristiana e di ogni suo membro".

Il Papa commenta il Vangelo del giorno dell'evangelista Luca, laddove, ricorda il Papa, "prima di presentare il discorso programmatico di Gesù a Nazaret, ne riassume brevemente l’attività evangelizzatrice. È un’attività che Egli compie con la potenza dello Spirito Santo: la sua parola è originale, perché rivela il senso delle Scritture; è una parola autorevole, perché comanda persino agli spiriti impuri e questi obbediscono. Gesù è diverso dai maestri del suo tempo: non ha aperto una scuola per lo studio della Legge, ma va in giro a predicare e insegna dappertutto: nelle sinagoghe, per le strade, nelle case. Gesù è diverso anche da Giovanni Battista, il quale proclama il giudizio imminente di Dio, mentre Gesù annuncia il suo perdono di Padre".

Evangelizzare i poveri, dunque, è la missione della Chiesa. "Ma che cosa significa evangelizzare i poveri? Significa anzitutto avvicinarli, avere la gioia di servirli, di liberarli dalla loro oppressione, - spiega Francesco - e tutto questo nel nome e con lo Spirito di Cristo, perché è Lui il Vangelo di Dio, è Lui la Misericordia di Dio, è Lui la liberazione di Dio. E' lui che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà - aggiunge il Papa a braccio -. Il testo di Isaia, rafforzato da piccoli adattamenti introdotti da Gesù, indica che l’annuncio messianico del Regno di Dio venuto in mezzo a noi si rivolge in modo preferenziale agli emarginati, ai prigionieri, agli oppressi".

Il Papa chiarisce che evangelizzare i poveri non significa fare assistenza sociale. "Probabilmente al tempo di Gesù queste persone non erano al centro della comunità di fede. Possiamo domandarci: oggi, nelle nostre comunità parrocchiali, nelle associazioni, nei movimenti, siamo fedeli al programma di Cristo? L’evangelizzazione dei poveri, portare loro il lieto annuncio, è la priorità? Attenzione: non si tratta solo di fare assistenza sociale, tanto meno attività politica. Si tratta - osserva Bergoglio - di offrire la forza del Vangelo di Dio, che converte i cuori, risana le ferite, trasforma i rapporti umani e sociali secondo la logica dell’amore. I poveri, infatti, sono al centro del Vangelo".

Quindi l'invocazione finale: "La Vergine Maria, Madre degli evangelizzatori, ci aiuti a sentire fortemente la fame e la sete del Vangelo che c’è nel mondo, specialmente nel cuore e nella carne dei poveri. E ottenga ad ognuno di noi e ad ogni comunità cristiana di testimoniare concretamente la misericordia che Cristo ci ha donato".

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