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Metro C, il consorzio licenzia tutti: appello dei sindacati a Gabrielli

08 febbraio 2016 | 15.20
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(Adnkronos)
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Un appello accorato al prefetto di Roma Franco Gabrielli, per la convocazione immediata di un tavolo, presso la Prefettura di Roma, con tutti i soggetti interessati per far ripartire l’opera e garantire lavoro: questa la richiesta dei sindacati territoriali dell’edilizia Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, emersa in mattinata a conclusione della conferenza stampa di denuncia sul blocco dei lavori per la realizzazione della Metro C e sul fallimento della mobilità capitolina.

"Il consorzio - spiegano i sindacati - ha infatti ufficializzato la chiusura dei cantieri e avviato le procedure di mobilità per licenziare tutti: 110 i dipendenti coinvolti, a cui vanno ad aggiungersi circa 400 operai dell’indotto. La Metro C si fermerà forse a San Giovanni (stazione non ancora completata), e non vi sarà alcun prolungamento fino ai Fori Imperiali (tratta T3). Un’opera monca, dunque inservibile. Dopo 9 anni di lavori, un esborso scandaloso di denaro pubblico ed enormi disagi, il tracciato oggi consegnato alla Città non è ancora collegato alle altre due linee metropolitane, A e B, snodi importanti per garantire la mobilità cittadina".

"La più grande opera d’Italia, una delle più importanti a livello europeo, chiude i battenti - sottolineano i sindacati - Il Cda del Consorzio Metro C, nonostante il contratto in essere e un’opera da ultimare, a tutt’oggi finanziata fino ai Fori ai imperiali, ancora 545 milioni di euro da 'lavorare', ha deciso di abbandonare le lavorazioni e di licenziare tutto il personale. Il Consorzio rivendica mancati pagamenti dei Sal (stato avanzamento dei lavori) da parte di Roma Capitale, per un importo di 115 milioni di euro, in aggiunta ad altri 85 per opere effettuate e non liquidate".

"A pagare, per l’ennesima volta, saranno coloro che finora hanno garantito l’esecuzione dell’opera, cioè i lavoratori, in nome della socializzazione delle perdite e della privatizzazione degli utili - continuano - Nessuno, infatti, intende assumersi la responsabilità del controllo, della programmazione e del pagamento dei Sal (stato avanzamento dei lavori)".

“Nel disastrato scenario politico-istituzionale in cui versa la città di Roma, Capitale d’Italia, ci appelliamo al prefetto Gabrielli, a cui invieremo oggi stesso una lettera, perché convochi un tavolo con tutti i soggetti interessati", dichiarano Remo Vernile e Stefano Costa della Feneal Uil di Roma, Raffaele Galisai e Simone Danna della Filca Cisl di Roma, Benedetto Truppa e Diego Piccoli della Fillea Cgil di Roma e Lazio.

“In un momento così delicato riteniamo il prefetto Gabrielli l’unico referente in grado di garantire clausole di salvaguardia occupazionale per questi lavoratori, che andrebbero ad aggiungersi agli oltre 27mila posti di lavoro già bruciati in edilizia a Roma e provincia negli ultimi tre anni - concludono - E’ a rischio la tenuta sociale. Il completamento della tratta T3 (San Giovanni-Colosseo) rappresenta un asset indispensabile per la mobilità cittadina. Confidiamo in una rapida risposta da parte della Prefettura”.

METRO C - In riferimento alle recenti notizie di stampa Metro C comunica che "l'apertura della procedura di mobilità da parte della società Metro C va considerata come un atto dovuto e consequenziale alla situazione di grande incertezza che accompagna il presente ed il futuro dell’opera". Lo sottolinea in una nota la società Metro C.

"E’ previsto mercoledì prossimo un incontro in Campidoglio dove, alla presenza del sub-commissario Pasqualino Castaldi, avverrà un confronto sulle criticità evidenziate nel tavolo del 14 dicembre scorso che hanno impedito nell’ultimo anno il rispetto del contratto da parte della Pubblica Amministrazione e che hanno portato la società Metro C alla inevitabile decisione di sospendere i lavori - conclude Metro C nella nota - Ci attendiamo di ottenere delle risposte certe che ripristinino le dovute condizioni contrattuali per consentire la ripresa dei lavori".

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