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Università, Giannini firma il decreto: via libera al reclutamento di 861 ricercatori

18 febbraio 2016 | 12.49
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Il ministro Stefania Giannini (Fotogramma)
Il ministro Stefania Giannini (Fotogramma)

Via libera al piano straordinario per il reclutamento di 861 ricercatori universitari. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha firmato il decreto che dà attuazione a quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2016. Si tratta di un’importante iniezione di risorse che consentirà, entro l’anno, di portare il numero di ricercatori di tipo b (tenure track) in servizio presso le Università statali dagli attuali 700 a più di 1.500.

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Si parla di ricercatori che le Università potranno poi confermare come professori associati dopo il contratto triennale. Lo stanziamento previsto, spiega il Miur in una nota, è infatti di 47 milioni per il 2016 e di 50,5 milioni a decorrere dal 2017 e copre anche il cofinanziamento per il passaggio al ruolo di professore di II fascia qualora, al termine del triennio, i ricercatori risultino in possesso dell’abilitazione scientifica e abbiano ricevuto la valutazione positiva da parte dei loro atenei.

“Con la Legge di Stabilità abbiamo ricominciato ad investire nel nostro capitale umano - dichiara il Ministro Giannini -. Il piano per il reclutamento straordinario di ricercatori di tipo b è un primo importante segnale, insieme allo sblocco del turn over dei ricercatori di tipo a, e ha l’obiettivo di portare energie nuove nella ricerca universitaria. I ricercatori di tipo b, con questo intervento, saranno più che raddoppiati. A questo piano si aggiungono le risorse che abbiamo stanziato per 500 cattedre di eccellenza e i fondi aggiuntivi per il reclutamento straordinario di professori di I fascia”.

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Gli 861 posti da ricercatore sono così assegnati: 132 suddivisi fra le 66 università statali per un totale di 2 ciascuna, gli altri 729 sulla base della qualità della ricerca e della qualità delle politiche di reclutamento degli atenei come risultanti dalla VQR.

Il Ministro Giannini ha anche dato il via libera al decreto di riparto dei 6 milioni che la Legge di Stabilità stanzia, per il 2016, per il reclutamento straordinario di docenti ordinari. Almeno il 20% delle risorse è vincolato alla chiamata di professori che non appartengano all’organico dell’Università che assume. Si tratta di un provvedimento che, dopo il concerto con il Ministero dell’Economia e della Finanze, consentirà alle Università un reclutamento anche di professori di I fascia. Un quadro, quello delineato dal Governo, che raccoglie il plauso dei vertici accademici. "E' un segnale importante, è una reale immissione di capitale umano" è il leitmotiv di molti Rettori.

Rettore di Roma Tre, Mario Panizza - E' "una vera e propria iniezione di giovani nelle università" ma, soprattutto, "si rafforza la premialità ed il merito sia dei ricercatori che degli atenei" dando "un segnale importante in un Paese a basso numero di ricercatori ed alto tasso di 'fuga dei cervelli'" commenta Panizza con l'Adnkronos. "Con questo passo si disegna una strada più strutturata di politica della ricerca e di ringiovanimento anche della classe docente italiana" aggiunge Panizza, sottolineando che "questo reclutamento, destinato a ricercatori tra i 33 ed i 40 anni, è "un'immissione reale di capitale umano e "si potenzia di fatto anche la didattica, ringiovanendo il corpo docenti e innescando un circolo virtuoso di recuperi tra ordinari andati in pensioni e nuovi gruppi di professori".

Rettore dell'Università La Sapienza, Eugenio Gaudio - Accoglie "positivamente il segnale che arriva dal Governo" anche se, il Rettore dell'Università La Sapienza, Eugenio Gaudio avverte: "E' un primo segnale, ora servono altri passi". Tra i tanti settori dell'economia italiana, ricorda Gaudio, "l'Università è quella che è stata più compressa e l'Italia è indietro rispetto all'obiettivo dell'Ue di raggiungere, al 2020, il 40% di laureati fra i giovani tra i 25 ed i 34 anni". In questo scenario delineato da Bruxelles, osserva il Rettore della Sapienza, "la Francia e la Germania hanno già colto l'obiettivo, la Gran Bretagna è al 50%, mentre l'Italia è appena al 21%". Dunque, "ci vuole uno sforzo importante di investimenti sulla formazione superiore".

Pro Rettore Vicario Università di Parma, Giovanni Franceschini -Il decreto firmato da Giannini raccoglie il plauso anche dal numero due dell'Università di Parma, Giovanni Franceschini, che considera il piano "un atto concreto" per i giovani ricercatori, un segnale importante che "dà il Governo nel volere investire risorse su di loro". Franceschini però il esorta il Governo a "far ripartire l'Abilitazione scientifica nazionale, bloccata da due anni". E conditio sine qua non "per permettere a tutti i ricercatori di tipo b di giocare questa partita".

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