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Papa Francesco: "Se potessi compiere un miracolo guarirei tutti i bambini"

24 febbraio 2016 | 09.45
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Papa Francesco (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Papa Francesco (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Ballate come facevo io, mette allegria". E ancora: "Se potessi fare un miracolo guarirei tutti i bambini". Sono alcune delle risposte di papa Francesco alle lettere ai più piccoli raccolte nel libro 'L'amore prima del mondo' di Bergoglio, da domani in libreria (Rizzoli), di cui il 'Corriere della Sera' dà una anticipazione.

In risposta a William, americano di 7 anni, che ha domandato al Papa quale miracolo farebbe se ne avesse la possibilità, Bergoglio ha detto che guarirebbe i bambini. "Non sono riuscito ancora a capire perché i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so dare una spiegazione. Mi interrogo su questo - sottolinea il Pontefice -. Prego su questa domanda: perché i bambini soffrono? È il mio cuore che si pone la domanda. Gesù ha pianto e piangendo ha capito i nostri drammi. Io cerco di capire. Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini". Per Francesco la risposta "al dolore dei bambini è il silenzio oppure una parola che nasce dalle mie lacrime. Non ho paura di piangere. Non devi averla neanche tu".

A Prajla, 6 anni albanese, papa Francesco risponde che da piccolo gli piaceva "proprio tanto" ballare. "Mi piaceva stare insieme con altri bambini, giocare, fare la ronda, ma anche ballare le nostre danze tipiche dell’Argentina. Mi divertivo molto. Poi da ragazzo mi piaceva ballare il tango. Mi piace tanto il tango - ricorda Bergoglio-. Vedi, ballare è esprimere la gioia, l’allegria. Quando uno è triste non può ballare. Generalmente i ragazzi hanno una grande risorsa: essere contenti. E per questo quando si è giovani si balla e così si esprime l’allegria del cuore". E suggerisce infine: "Ballate, voi che siete bambini, così non sarete troppo seri quando sarete grandi".

"Caro Papa Francesco, perché ti piace giocare a calcio?", domanda Wing (Cina, 8 anni). E il Papa risponde: "Io non ho mai giocato partite serie perché non ho mai imparato bene la tecnica del gioco. Il mio piede non è agile. Ma mi piace tanto vedere giocare le squadre sul campo. Sai perché? Perché vedo che è un gioco di squadra, di solidarietà. Mi appassiono nel vedere una partita". Quando si fa gioco di squadra, spiega Bergoglio, "si cerca il bene di tutti senza pensare al bene personale o a mettersi in mostra. Così dovrebbe essere anche nella Chiesa".

Alessio, italiano di 9 anni, domanda invece se papa Francesco abbia fatto esperienza come chierichetto. E lui risponde affermativo. "Devi sapere che quando ero bambino io la messa si celebrava in maniera differente da come si fa adesso", dice il Pontefice ricordando che il messale era messo sull’altare nella parte destra. "Prima della lettura del Vangelo si spostava sempre sul lato sinistro - spiega Francesco- . Questo era il mio compito: portarlo da destra a sinistra e da sinistra a destra. Ma che fatica! Era pesante! Io lo prendevo con tutta la mia energia, ma non ero robusto: lo sollevavo e mi cadeva, e così il prete mi doveva aiutare. Era un’impresa! Poi la messa non era in italiano. Il prete parlava ma io non capivo niente. E così anche i miei compagni. Allora poi per gioco imitavamo il prete storpiando un po’ le parole per fare strane frasi in spagnolo. Ci divertivamo. E ci piaceva tanto".

Le domande a papa Francesco arrivano dai bambini di varie istituzioni rette dai gesuiti in tutto il mondo e le risposte del Pontefice sono state raccolte da padre Antonio Spadaro, direttore della 'Civiltà cattolica'.

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