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Grecia, oltre 100mila migranti da inizio anno. Save the Children: "Il 34% sono bambini"

25 febbraio 2016 | 18.28
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Migranti al confine macedone (Afp) - AFP
Migranti al confine macedone (Afp) - AFP

Dall'inizio dell'anno sono arrivate in Grecia quasi 102.000 persone, "il 34% sono bambini". A dirlo all'Adnkronos è Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children, che in queste ore si trova nel campo di accoglienza di Moria, sull'isola di Lesbo, dove è stato aperto il primo dei cinque hotspot previsti in Grecia. Tra l'altro, aggiunge Di Benedetto, è quasi impossibile una stima dei minori non accompagnati sbarcati sulle coste greche perché il "sistema di registrazione non funziona in maniera eccellente per cui diversi under 18 non accompagnati passano come adulti".

A Lesbo la situazione non "è mai stabile", descrive la portavoce dell'organizzazione internazionale a sostegno dei più piccoli. "Gli sbarchi sull'isola sono assolutamente spontanei e quotidiani. Può capitare, come è successo questa mattina, di camminare lungo la strada e vedere un gommone avvicinarsi alla spiaggia con gruppi di profughi siriani, iracheni o subsahariani. Arrivano insieme a bambini. Oggi il mare è tornato di nuovo calmo". Soltanto oggi, specifica, "sono arrivati tra gli 800 e 900 migranti, parte dei 1.500 registrati al campo di Moria".

Sbarchi senza sosta e situazione tesa al confine con la Macedonia. "Solo la scorsa settimana - aggiunge Di Benedetto -sono sbarcati 22.200 profughi su tutte isole greche. Almeno 65 pullman sono partiti oggi verso il confine, dove a causa della chiusura della frontiera in Macedonia, la situazione continua ad essere critica". Non aiuta, certo, l'altolà ai migranti afgani.

C'è un grande fermento sull'isola di Lesbo, campione di accoglienza come Lampedusa. "Sono davvero tante le organizzazioni internazionali che lavorano qui. I volontari restano di vedetta anche tutta la notte per individuare barche in arrivo, perché appunto qui gli sbarchi sono spontanei, a differenza di quanto accade a Lampedusa - spiega Di Benedetto - Non si ha la possibilità di sapere prima, attraverso l'intercettazione da parte delle autorità, l'arrivo del barcone" e quindi i soccorsi scattano al momento dell'approdo.

Dopodiché i migranti vengono accompagnati al campo di Moria per essere registrati. Finita la procedura, si allontanano "per prendere il traghetto alla volta di Atene". L'obiettivo è cercare una nuova vita in Europa.

A Lesbo, dunque, un modello di "grande accoglienza" che "dovrebbe far riflettere l'Europa, perché la questione dell'immigrazione non può essere demandata solo ai paesi frontalieri - denuncia la portavoce di Save the Children -. Manca una risposta europea: quello che vediamo oggi, tra muri, quote e persone rispedite indietro, non sa cero di soluzione comune. Serve un sistema di accoglienza legale e sicuro".

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