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Abatantuono e Ruffini: "Il nostro lavoro? E' fatto di treni che passano"

03 marzo 2016 | 15.04
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"Il nostro lavoro? E' fatto di treni che passano". A pensarla così sono Diego Abatantuono e Paolo Ruffini. I due, che giudicheranno i comici di domani nel nuovo programma La7 'Eccezionale veramente', hanno rivelato a Grazia cosa non li fa ridere e quanta difficoltà ci sia dietro la ricerca della 'battuta giusta'.

"Gran parte del nostro lavoro è fatto da occasioni casuali, di treni che passano. Può passarne anche uno solo, nella vita, e devi saltarci su al volo", dice Abatantuono ricordando i suoi esordi. "Il ricordo più importante della mia adolescenza è il Derby: ho iniziato a lavorare lì a 15 anni, come tecnico delle luci. Lì incontravi i grandi comici, ti potevi fermare a chiacchierare con Dario Fo. Che cosa può accaderti di meglio?"

"Io, invece, il treno l’ho perso, eccome", confessa Paolo Ruffini. "Proprio il primo. A Livorno ho frequentato lo stesso liceo di Paolo Virzì. Il regista venne lì a cercare attori per il film Ovosodo. Frequentavo la terza liceo classico, ero il genere politicamente impegnato, con eskimo e capelli lunghi. Passati i primi due provini, arriva l’ultimo, a Cinecittà. E decido di seguire il consiglio di mamma: 'Tagliati i capelli e vestiti un po’ bene'. Così mi metto giacca, cravatta, arrivo ordinato come un ragioniere. Virzì mi vede e mi dice: "Sei proprio un cretino". Il ruolo di 'sballato' è andato poi a Marco Cocci", racconta Ruffini al settimanale.

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