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Cassazione

Niente più catene per gli animali: è reato

07 marzo 2016 | 08.34
LETTURA: 2 minuti

Elefante in catene - Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Elefante in catene - Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Tenere gli animali legati con catene è reato. Così, la Cassazione ha confermato la condanna inflitta al circo Togni per aver detenuto in condizioni incompatibili con la loro natura e le loro caratteristiche etologiche due elefanti tenuti in via continuativa a catene corte. A riferirlo è la Lega Antivivisezione (Lav) che aveva denunciato il circo nel 2012, opponendosi poi all'archiviazione del caso.

"Una pronuncia importantissima, quella della Suprema Corte, che – commenta la Lav - conferma ancora una volta come detenere un animale a catena sia incompatibile con la sua natura, a prescindere dalla condizione di cattività e conferma anche, laddove ce ne fosse bisogno, che la vita degli animali dei circhi è sofferenza".

"Il Governo e il Parlamento italiano devono prendere atto delle evidenze scientifiche – prosegue la LAV – e dell'accresciuta sensibilità degli italiani, il 71,4% dei quali, secondo il Rapporto Eurispes del 2016, è contrario ai circhi con animali".

La Lav chiede che venga data immediata esecuzione ai dettami del Parlamento che, già nel 2013, richiedeva la revoca del finanziamenti pubblico ai circhi con animali (a partire dal 2018) a favore del circo Contemporaneo senza animali; l'Associazione animalista inoltre sollecita l'apertura della discussione in Parlamento delle proposte legislative, già pendenti da più di un decennio, sulla indispensabile riconversione dei circhi in spettacoli rigorosamente.

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