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23enne ucciso a Roma: trovato con un coltello conficcato nel cuore

08 marzo 2016 | 13.26
LETTURA: 4 minuti

Luca Varani (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Luca Varani (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Manuel Foffo e Marco Prato, accusati di aver torturato e ucciso il 23enne Luca Varani durante un festino in un appartamento sulla Collatina, a Roma, saranno sottoposti domani a interrogatorio di garanzia e convalida dell'arresto. Ad ascoltarli sarà il giudice dell'indagine preliminare Riccardo Amoroso.

Intanto, mentre si attende l'esito dell'autopsia, cominciata ieri, emergono particolari sulle torture subite da Varani nel periodo di tempo che è stato in mano ai suoi assassini. Secondo Foffo, a Varani sono state inferte diverse coltellate alcune al collo e altre alla gola. Quando i carabinieri sono entrati nell'appartamento di via Igino Giordani dove è avvenuto il festino a base di alcol e di cocaina la vittima, ormai senza vita, era nuda, sul letto e aveva un coltello conficcato nel cuore.

Manuel Foffo in passato "aveva avuto intenzione di fare del male a qualcuno". E' stato lui stesso a parlare di questo con il pubblico ministero capitolino Francesco Scavo e con i carabinieri nel corso del primo interrogatorio dopo la scoperta del delitto. Dal verbale si legge tra l'altro: "Non so come questa idea sia maturata tra me e me. Anche se ho avuto il pensiero, in passato è rimasto tale e non ho mai pensato che potesse concretizzarsi".

Durante il colloquio con il magistrato, Foffo ha ricordato che dopo aver fatto uso di cocaina e di alcol insieme con il suo complice Marco Prato per due giorni sono usciti insieme in macchina "per cercare qualcuno da uccidere". Una intenzione non portata a termine "perché non abbiamo trovato nessuno. Forse lo avremmo fatto se avessimo trovato quella persona".

Dal verbale di interrogatorio di Foffo emerge che nelle ore che hanno preceduto l'uccisione di Varani altri due ragazzi si incontrarono nell'appartamento con Marco Prato e lo stesso Foffo. "Io e Marco - si legge nel verbale - abbiamo deciso di trascorrere del tempo insieme, a cominciare da mercoledì scorso nel mio appartamento ma non siamo stati sempre soli. Ricordo ad esempio che è venuto un mio amico di nome Alex che avevo conosciuto mesi fa in una pizzeria sulla Tiburtina. Quando è venuto a casa eravamo già sotto l'effetto di cocaina ma mantenevamo la lucidità. Invece quando è venuto Luca sia io che Marco eravamo provati dall'uso prolungato di cocaina e quindi non più lucidi". Poi Foffo aggiunge che quando era ancora in compagnia di Prato incontrò un altro giovane che si chiamava Giacomo.

PERIZIA PSICHIATRICA - "Ho l'obbligo di verificare se il mio assistito era in grado di intendere e di volere". A dirlo l'avvocato Michele Andreano, legale di Foffo."Domani presenteremo istanza di incidente probatorio", ha detto il legale, annunciando che chiederà "una perizia psichiatrica, oltre agli esami tossicologici".

"Io ho visto Manuel ed era visibilmente scosso. La prima cosa che il mio assistito mi ha detto è stata: 'Ho fatto una grande sciocchezza e sono pentito amaramente, mi sento morto dentro'. Lo conosco da molto tempo - ha spiegato - un ragazzo educato, calmo, aveva anche delle idee per la sua società e aveva creato delle start up".

A chi gli chiedeva se Foffo si fosse pentito per quanto fatto, il legale ha risposto "ha momenti di up and down, momenti di lucidità e altri in cui non ricorda nulla. Non conosceva la vittima e ha detto solo 'quel povero ragazzo'". Dei soldi spesi per l'acquisto della cocaina, ha detto il legale, "lui aveva messo solo 200-300 euro".

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