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Cosa Nostra nel 1992 voleva uccidere anche Mario Cuomo

11 marzo 2016 | 13.57
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Mario Cuomo e la moglie Matilda nel 2011 (Fotogramma)
Mario Cuomo e la moglie Matilda nel 2011 (Fotogramma)

La mafia siciliana nel novembre del 1992 voleva uccidere Mario Cuomo durante la visita in Italia dell'allora governatore di New York. Il piano, che dopo gli attentati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino doveva segnare un'ulteriore escalation nella guerra di Cosa Nostra allo Stato, prevedeva l'impiego di una decina di killer che armati di kalashnikov ed esplosivi avrebbero dovuto tendere a Messina, in pieno giorno, un agguato mortale a Cuomo e alla sua scorta. A rivelarlo al Guardian è l'ex sicario di Cosa Nostra Maurizio Avola, che attualmente sta scontando il carcere a vita per il suo ruolo in 43 omicidi e una quarantina di rapine.

Il piano per uccidere il governatore di New York, sostiene Avola, venne cancellato pochi giorni prima della data prevista quando i boss si resero conto dell'impossibilità di avere la meglio sul dispositivo di sicurezza che circondava Cuomo. "Lo scopo era prendere di mira politici o uomini delle istituzioni per mandare un messaggio chiaro", dice il 54enne Avola nell'intervista realizzata tramite una serie di messaggi che gli sono stati recapitati attraverso il suo avvocato, Ugo Colonna.

Dopo l'annuncio della visita di Cuomo in Italia, il boss Aldo Ercolano, per anni braccio destro di Nitto Santapaola, disse ad Avola che il governatore di New York sarebbe stato un "bersaglio eccellente". Colpire una personalità americana di rilievo avrebbe rappresentato anche un chiaro messaggio nei confronti di quei pentiti di mafia che attraverso i programmi di protezione iniziavano nuove vite negli Stati Uniti. "Cuomo era un simbolo dell'America che durante quegli anni dava ospitalità ai collaboratori di giustizia che facevano arrestare i boss di Cosa Nostra - racconta Avola - La sua morte avrebbe mandato un messaggio forte a New York. Avrebbe fatto capire cosa capitava a chi si metteva di traverso alla Mafia".

Cuomo giunse a Roma il 19 novembre del 1992. L'attentato era previsto a Messina, durante la tappa siciliana della sua visita in Italia, in pieno giorno e nella piazza principale della città, ricostruisce il Guardian. Il boss Ercolano, pochi giorni prima dell'arrivo in Sicilia di Cuomo decise di cancellare il piano.

Il governatore di New York, afferma Avola, era circondato da un dispositivo di sicurezza imponente e viaggiava su un'auto blindata. Un assalto a colpi di mitra ed esplosivo era "impossibile". Una fonte autorevole del tribunale di Palermo ha confermato al Guardian che un'inchiesta sul presunto tentato omicidio di Mario Cuomo, scomparso nel gennaio del 2015, è ancora aperta. I dettagli sono coperti da segreto.

Nato a Catania nel 1962, Avola è ritenuto responsabile di un'ottantina di omicidi, prima di diventare un pentito di mafia. Killer di punta del Clan Santapaola venne arrestato grazie a una soffiata nel 1993. L'anno dopo, 'Occhi di ghiaccio', questo il suo soprannome, decise di collaborare con la giustizia, contribuendo all'arresto di oltre un centinaio di uomini d'onore. Attualmente sta scontando una condanna all'ergastolo in un carcere nel nord Italia, sul cui nome è mantenuto il riserbo per ragioni di sicurezza. Nel 2019 uscirà di prigione in virtù della sua collaborazione con le autorità.

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