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Bruxelles, Imam Pallavicini: "Ferma condanna ma l'Europa paga i suoi errori"

22 marzo 2016 | 17.47
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L'Imam Yahya Pallavicini (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
L'Imam Yahya Pallavicini (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

"Rinnoviamo la nostra condanna'' per gli attentati a Bruxelles e ''la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime''. Così all'Adnkronos l'Imam Yahya Pallavicini, vice presidente della Co.re.is (Comunità religiosa islamica italiana). "Siamo molto preoccupati per questa escalation di violenza e strumentalizzazione della religione - sottolinea - che va di pari passo con gli errori nelle politiche di integrazione, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni cresciute in Europa''.

Per l'Imam ''è necessario creare i presupposti che portino a un forte senso di appartenenza all'Occidente e a una convinta simpatia per la nostra società. Se ci si limita solo ad accogliere come si fa con le merci senza rivalorizzare un senso di identità europea - aggiunge Pallavicini - alla fine molti giovani, non sapendo perché si trovano in un Paese, vedono nell'Isis una valida alternativa''.

Per fare degli esempi Pallavicini parla della Francia: "Ci sono molti musulmani nati e cresciuti in Francia ma che sono stati ghettizzati e non si sono mai sentiti parte della patria e della società in cui vivono. Stessa cosa in Belgio dove in alcuni quartieri di periferia sembra di stare a Casablanca''. Insomma, continua l'Imam, ''se si trapianta il disagio e la miseria culturale e sociale del Nord Africa in alcuni quartieri, i figli cresciuti in questo contesto si sentono spaesati nei confronti della Nazione in cui vivono. E questa mancanza di una chiarezza identitaria apre le porte ai falsi predicatori, alle manipolazioni dell'Isis e all'idea di trasformarsi in giustizialisti''.

Secondo Pallavicini, un Paese che potrebbe fare da modello di integrazione è l'Italia, "da sempre caratterizzata da un pluralismo religioso e di laicità interessante - dice l'Imam - dove esiste una dignità religiosa che si armonizza con il senso di cittadinanza e di identità Nazionale. In Italia non esiste una ghettizzazione di sistema come in altri Paesi d'Europa ma la distribuzione tra le varie culture ed etnie è più articolata''.Bisogna "evitare'' quindi, conclude l'Imam, che il ''disagio sociale diventi un alibi per una rivendicazione antinazionale, antioccidentale e antieuropea. Quello che noi possiamo fare come comunità religiosa è collaborare con le istituzioni e cercare di favorire, con le nostre 'prediche', un'idea di religione che non abbia nulla a che fare con la violenza''.

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