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Roma, da Claretta Petacci al patriota Macchi: tombe nel degrado al Verano

22 marzo 2016 | 17.49
LETTURA: 3 minuti

(La tomba recintata di Claretta Petacci al Verano)
(La tomba recintata di Claretta Petacci al Verano)

Nell'oblio e nel degrado. Versa così, a oltre 70 anni dalla morte, Claretta Petacci, amante di Benito Mussolini e con lui fucilata a Giulino di Mezzegra il 28 aprile 1945. La tomba di famiglia nel cimitero del Verano, dove è sepolta anche la sorella e attrice Myriam, è stata dichiarata in stato di abbandono. Una tomba ad edicola con vetrate, al centro una bella scultura femminile, la parte superiore, dove un tempo c'era scritto 'famiglia Petacci', in gran parte crollata.

Da tempo nessuno se ne occupa tanto che Ama è dovuta intervenire per mettere in sicurezza la tomba, circondandola con un tendone e una recinzione. A terra fiori, si intravede la porta lasciata aperta chissà quanto tempo fa e sotto la lapide di Claretta, tra i marmi bianchi del pavimento, spuntano ormai erbacce. Ma quella di Petacci non è la sola tomba finita nel dimenticatoio. (Fotogallery)

Dopo l'ingresso monumentale, sulla sinistra, poco lontano dal ricordo in onore di Goffredo Mameli, stessa sorte è toccata al patriota e giornalista Mauro Macchi: il busto che lo raffigura è pieno di crepe e calcinacci, recintato a tutela dell'incolumità dei visitatori.

Passeggiando nel cimitero monumentale sono decine e decine le tombe storiche e le cappelle artistiche abbandonate e pericolanti con tanto di cartelli affissi da Ama-Cimiteri capitolini per avvisare che, "dopo l'accertamento dello stato di abbandono del manufatto, è stato avviato il procedimento amministrativo di dichiarazione di decadenza della concessione".

Già perché se Ama si occupa del decoro degli spazi comuni, il regolamento di polizia cimiteriale stabilisce che la manutenzione e le riparazioni ordinarie e straordinarie delle tombe private spettano ai concessionari dei sepolcri o ai loro eredi. E anche nel caso di tombe illustri, senza il nulla osta dei famigliari, non si può intervenire.

Se sono fatiscenti si fanno diffide e si arriva fino alla revoca della concessione: è ciò che è capitato ad una parte di quei manufatti sepolcrali che sono stati liberati e sono andati all'asta nel 2014 con l'assegnazione di nuove concessioni. Ma ci vogliono anni e, nel frattempo, per i defunti c'è solo degrado.

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