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I familiari dell'italiana dispersa a Bruxelles: "Viviamo un inferno"

24 marzo 2016 | 12.56
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I familiari dell'italiana dispersa a Bruxelles:

"Siamo frastornati, all'improvviso ci ritroviamo in questo baratro, un dolore immenso, un vero e proprio inferno. Ci auguriamo che tutto si possa risolvere positivamente e che Patricia possa essere ritrovata". A dirlo all'AdnKronos è Mario Niffeci, un familiare di Patricia Rizzo, la funzionaria italiana dell'Ercea (agenzia del Consiglio europeo per la ricerca), dispersa a Bruxelles dopo gli attentati kamikaze di martedì mattina.

Da allora di lei, 48 anni, figlia di genitori italiani originari di Calascibetta (Enna), emigrati in Belgio, non si hanno più notizie. E ad alimentare la preoccupazione c'è il fatto che la donna viaggiava ogni mattina sulla linea della metropolitana scelta dai terroristi per l'attentato.

"Lanciamo un appello a chiunque abbia sue notizie di farsi vivo - dice la moglie di Niffeci, Maria Giuseppa Lo Cascio -. Magari Patricia è ferita, si trova in qualche ospedale e non può parlare. Viviamo ore di grande ansia e non ci sono parole per esprimere il dolore della famiglia. I genitori sono distrutti, al telefono sono scoppiati in lacrime. E' una tragedia troppo grande". La speranza di Mario Niffeci e della moglie è che "la si possa trovare viva e non tra le vittime", anche se "mano a mano che passano le ore il timore cresce".

A Calascibetta, piccolo centro della provincia di Enna, tutti ricordano i nonni di Patricia. Sono emigrati in Belgio nel 1962, insieme alla mamma di Patricia, che all'epoca aveva 16 anni. Patricia è nata in Belgio, ma ha mantenuto la cittadinanza italiana. "A Calascibetta era venuta per un paio di giorni l'estate scorsa, tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre - ricorda Maria Giuseppa Lo Cascio -. Era con un'amica e avevano in programma un giro in Sicilia. Anche i suoi genitori tornavano spesso a Calascibetta".

L'ultimo contatto risale a Natale. "Ci siamo fatti gli auguri - ricordano marito e moglie -. Patricia è solare, cordiale, autonoma, una donna in gamba, meravigliosa". A Calascibetta appena si è diffusa la notizia è cresciuta la preoccupazione. "Tutta la comunità è in apprensione - concludono i familiari - speriamo di poter avere presto buone notizie". Ma il timore di una fine tragica con il passare delle ore aumenta. "E' un dolore troppo grande" continuano a ripetere marito e moglie.

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