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Messina, compravendita illegale di tombe: un arresto e 17 denunce /Video

02 aprile 2016 | 11.05
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Un vero e proprio sistema illecito legato alla vendita e all'ampliamento illegale di loculi e tombe nel cimitero monumentale nel Comune di Francavilla di Sicilia (Messina). E' quanto hanno scoperto i finanzieri della compagnia della guardia di finanza di Taormina che hanno denunciato complessivamente 17 persone mentre l'ex custode del cimitero è finito ai domiciliari.

Le indagini, durate diversi mesi, sono state condotte sotto la direzione del sostituto procuratore di Messina Antonio Carchietti. Dalle verifiche è emerso che, il precedente custode del cimitero, sfruttando la sua posizione e con l'aiuto di altri indagati, dietro il pagamento di compensi tra i 3.500 e i 5mila euro, aveva simulato la compravendita di spazi destinati ai defunti, approfittando anche della buona fede degli aventi diritto, facendo loro firmare alcuni documenti che consentivano di disporre dei luoghi di sepoltura a favore degli eredi di altri defunti.

In altre circostanze il dipendente comunale, che è finito ai domiciliari, si è fatto promotore dell’ampliamento di loculi già esistenti, in totale assenza delle autorizzazioni, previste anche per le aree sottoposte a vincoli architettonici. In un caso aveva spostato un defunto dal cimitero monumentale a quello di più recente costruzione per avere più spazio a disposizione. In un altro caso è stata resa disponibile per la nuova sepoltura la tomba occupata dal precedente defunto, i cui resti sono stati riposti in una semplice busta di plastica lasciata all’interno della tomba, poi fatta occupare da un altro soggetto. Analoga sorte per le spoglie di altre persone, le cui generalità sono state cancellate dalle originarie stele marmoree. Per coprire tutti questi comportamenti illeciti, il precedente custode ha, secondo quanto riferiscono i finanzieri, falsificato i registri cimiteriali e i verbali di estumulazione e tumulazione.

Dagli accertamenti dei finanzieri è emerso che l'uomo sfruttava la conoscenza del luogo di culto e dei suoi frequentatori per individuare i loculi o le tombe che difficilmente sarebbero state reclamate da eventuali eredi. Tra gli indagati ci sono funzionari comunali, un medico dell’Asp di Messina, operai edili, parenti di alcuni defunti.

I reati contestati ai vari soggetti indagati sono: corruzione ed istigazione alla corruzione, abuso d’ufficio, violazione di sepolcro, vilipendio e sottrazione di cadavere, ricettazione, falso ideologico nonché esecuzione di lavori su area sottoposta a vincolo architettonico in difetto di autorizzazioni.

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