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Fortuna, chiesta la riesumazione del corpo del piccolo Antonio

02 maggio 2016 | 14.25
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Fortuna Loffredo (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Fortuna Loffredo (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Riesumare la salma del piccolo Antonio Giglio, morto un anno prima di Fortuna Loffredo in analoghe circostanze. E' quanto chiede la difesa del padre e dei nonni della piccola Fortuna, rappresentata dall'avvocato Angelo Pisani. Antonio Giglio aveva 4 anni quando, il 27 aprile 2013, è morto a causa dei gravissimi traumi riportati cadendo al suolo da una finestra dell'abitazione della nonna, madre della compagna dell'uomo detenuto in carcere con l'accusa di omicidio e violenza sessuale.

Una morte ritenuta un incidente, ma che oggi appare troppo simile a quanto avvenuto alla piccola Fortuna, precipitata dal terrazzo dello stesso stabile poco più di un anno dopo, il 24 giugno 2014. "Intendiamo accertare le reali cause del suo decesso e individuare i responsabili, qualora emergessero particolari tali da ipotizzare che per Antonio non si sia trattato di un evento accidentale come aveva dichiarato la madre, ma di un omicidio".

Pisani auspica anche un intervento dei Ris nella vicenda, affinché "con indagini mirate si possa stabilire con esattezza la dinamica, la traiettoria o quant'altro possa chiarire una volta per tutte la causa reale della sua morte, se sia stata cioè davvero accidentale o volontaria". Antonio Giglio era il fratellino delle tre figlie della compagna dell'uomo arrestato, le bimbe che, assistite da psicologhe in una casa famiglia, hanno raccontato agli investigatori quanto avveniva nell'abitazione del Parco Verde di Caivano (Napoli). Una delle tre bimbe era l'amica del cuore di Fortuna; su di lei, secondo gli inquirenti, sarebbero state esercitate pressioni da parte della madre, della nonna e dell'uomo arrestato affinché fornisse una versione falsa di quanto avvenuto il 24 giugno 2014.

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