Il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha concesso la semilibertà a Doina Matei, la donna romena che nel 2007 uccise con un colpo di ombrello ad un occhio Vanessa Russo, durante un litigio alla fermata della metro a Roma. La decisione è stata presa nell'ambito di un programma di trattamento che non preveda l'uso di social network. Il provvedimento di 12 pagine è stato depositato oggi.
Nel provvedimento il Tribunale di sorveglianza, dopo aver esaminato l'intera vicenda, sottolinea come la condotta della detenuta sia connotata dal lodevole impegno nel disbrigo delle mansioni lavorative, nonché tra l'altro dalla fruizione di licenze premiali utilizzate per rinsaldare i legami familiari e dalla partecipazione ad attività di volontariato. Nel provvedimento poi vengono indicati gli obblighi da seguire da parte della Matei, premesso che "nel recente comportamento che ha fatto revocare la semilibertà per qualche giorno non vi fu grave violazione delle prescrizioni che disciplinano il regime della misura alternativa".
Per quanto riguarda la riammissione ora al beneficio questa "dovrà essere contrassegnata dalla redazione di un programma di trattamento, che impedisca in primo luogo l'accesso per qualunque mezzo tecnologico effettuato a tutti i social network (facebook, instagram, twitter) e comunque a internet, se non per quei casi che in futuro potrebbero prospettarsi in un'ottica di ausilio al percorso risocializzante, e che preveda altresì lo stimolo, nei confronti della condannata a favorire la presa di coscienza della necessità assoluta dei contatti con gli operatori del trattamento da individuare, come le prime persone cui rivolgersi in ogni caso di dubbio che dovesse sorgere durante l'esecuzione penale e come i referenti per ogni ausilio nel percorso di una riabilitazione sicuramente non semplice come i rappresentati di istituzioni statuali, il cui compito è quello di fornire l'aiuto lungo le tappe del richiamato percorso".
