Picchiata e maltrattata perché non voleva prostituirsi in un centro massaggi di Lissone (Monza e Brianza). Ricoverata in ospedale, una donna cinese di 35 anni ha trovato il coraggio di raccontare la sua storia alla polizia. Un'operazione sotto copertura ha portato all'arresto per sfruttamento della titolare del centro massaggi che è stato sequestrato.
Tutto è iniziato il 12 aprile scorso quando in via Gramsci a Lissone una donna viene trovata per terra sanguinante. Portata all'ospedale San Gerardo di Monza, non racconta l'origine dei segni di percosse sul suo corpo. La polizia, controllando le immagini delle telecamere presenti sulla strada, scopre che era uscita già sanguinate dal centro massaggi e si era buttata per terra chiedendo aiuto. Convinta dagli agenti a confidarsi, ha raccontato di essere arrivata in Italia con la promessa di un lavoro, ma era stata costretta a prostituirsi. Stufa di quella vita, aveva tentato di ribellarsi, ma ogni volta veniva picchiata. Ora è sotto protezione antitratta in una struttura protetta.
Dopo il racconto della vittima, la polizia di Monza e quella di Lissone hanno iniziato un'indagine che si è conclusa il 29 aprile con un'operazione sotto copertura. Due agenti in borghese si sono finti clienti e sono andati nel centro massaggi, dove la titolare, una cinese di 44 anni, ha offerto loro prestazioni sessuali da parte di una sua dipendente. Per la donna sono scattate le manette con l'accusa di sfruttamento della prostituzione. Nel centro massaggi, che è stato sequestrato, sono stati trovati tremila euro e denaro in valuta straniera, provenienti dalla prostituzione.
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